Dei prodotti made in Italy il vino è sicuramente uno dei pochi che resiste ancora alla crisi. Secondo quanto rivelato infatti dall’ indagine sui bilanci delle 108 principali aziende effettuata da Ricerche & Studi di Mediobanca, l’anno scorso il loro fatturato complessivo è salito del 7%, con forte spinta dell’export, portandosi del 20% sopra il livello pre-crisi, contrariamente al fatturato dell’industria che è sceso pesantemente. Sale anche l’occupazione (+2,6%) e le prospettive per il 2013: l’87% dei grandi produttori esclude un calo dei ricavi.
A mantenere alti i fatturati della vendita del vino, traino dell’ export, anche se le difficoltà maggiori vengono registrate nei ma mercati emergenti, come quello cinese e asiatico in genere. Secondo l’indagine sui bilanci delle 108 principali aziende effettuata da Ricerche & Studi di Mediobanca, infatti, l’export di vino dei grandi gruppi italiani é cresciuto del 9,4%, con l’Unione europea che assorbe il 50,6% delle esportazioni, con un incremento in valore del 10,5%. La seconda area di destinazione è il Nord America (33,2% dell’export, +7,2% sul 2011) mentre Asia ed Australia sono in aumento del 26% ma con un peso ancora molto limitato: solo il 4,7% dell’export complessivo di vino italiano.
Secondo l’ufficio studi di Mediobanca, che alla vigilia del Vinitaly di Verona abitualmente diffonde la sua ricerca, è del tutto marginale il contributo dell’America Latina (1,3%), mentre il resto del mondo (Africa, Medio Oriente e Paesi europei non Ue) si attesta al 10,2%, in calo dell’1,4%. Da notare che i grandi produttori di spumanti hanno aumentato il fatturato complessivo nel 2011 del 10,9% e l’export del 18,4%, ma nel 2012 dopo anni di boom hanno segnato una crescita più limitata: +3,4%, con l’export comunque ancora a tirare (+11%). Rimane comunque interessante la corsa delle bollicine italiane in Usa e Canada: l’anno scorso hanno segnato una crescita di vendite del 26%.