I leghisti tuonano contro ‘Roma ladrona’ ma quando si tratta di soldi sono i primi a scendere “in piazza” per ribellarsi contro la riforma del sistema previdenziale. I duri e puri ‘lumbard’ si sciolgono come la neve al sole quando viene minacciato il loro portafogli. Così succede che alla Camera dei Deputati, su un totale di 26 deputati, che hanno presentato ricorso al Consiglio di giurisdizione di Montecitorio contro la decisione dell’ufficio di presidenza di modificare il sistema previdenziale dei deputati, ben 15 sono della Lega Nord. E tutti, o quasi, ex deputati della XII legislatura, quella che va dal 15 aprile del 1994 all’8 maggio 1996, (dal primo governo Berlusconi a quello tecnico di Dini). Sono tutti ex deputati che con le vecchie norme avrebbero riscossa la pensione alla veneranda età di 50 anni. Ma ora, con le nuove norme, si vedono costretti a dover tirare la cinghi e aspettare di aver compiuto 60 anni. Poverini, questi ex deputati leghisti, che senza quei soldi non potrebbero vivere. Altro che Casta, per loro si tratta di pura sopravvivenza. Ma non solo ex ‘lumbard’. C’è anche un deputato in carica della Lega, Daniele Molgora, che ha fatto ricorso contro questa norma voluta per ridurre i tanti privilegi dei politici italiani. Gli altri due onorevoli che siedono, attualmente, tra i banchi di Montecitorio e che hanno protestato contro le nuove norme del sistema previdenziale voluto dall’ufficio di presidenza della Camera sono Roberto Rosso e Giorgio Jannone, entrambi del Pdl.
In totale sono 26 i ricorsi presentati alla Camera contro i tagli ai vitalizi dei parlamentari e coprono tutto l’arco costituzionale. Di questi, tre sono stati presentati da deputati in carica, un quarto si è dimesso a gennaio. Tra gli ex, spiccano i 15 leghisti, cui vanno aggiunti 7 del Pdl (inclusi ex Fi e ex An), tre dell’Ulivo, uno del Prc. La prima udienza pubblica, rende tonto il presidente del Consiglio di Giurisdizione, Giuseppe Consolo (Fli), è stata fissata per il 18 aprile prossimo alle 13.30.