Il voto in Austria è l’esito di una memoria perduta

Gli eredi dei nazisti austriaci che nel 1934 aprirono le porte ad Adolf Hitler, sono riusciti a conquistare in Austria quasi un terzo dei voti. Ed è questo l’esito di una memoria perduta, soprattutto tra le giovani generazioni. In Austria come in altri Paesi d’Europa il sentimento democratico si sta confondendo e opacizzando nella melina di una propaganda sovranista e reazionaria, i cui risultati concreti, vanno però esaminati e valutati secondo un criterio improntato all’ efficacia e al pragmatismo. Partendo dall’ evidenza che questi ultimi risultati confermano uno spostamento a destra degli elettori, purtuttavia, ad una attenta lettura degli stessi emergono due elementi. Il primo consiste in un travaso di voti dal Ppe alla destra nazifascista; su questo risultato il partito Popolare europeo dovrebbe riflettere molto, prima di stendere la mano per eventuali accordi con i Conservatori, al fine di consolidare maggioranze diverse. Il secondo elemento è che i partiti di estrema destra, pur crescendo, rimangono una minoranza. Certamente sostanziosa, ma pur sempre una minoranza. Le forze politiche democratiche, in Austria come negli altri Paesi dell’ UE, dovrebbero riflettere sul perché di tanta radicalizzazione. Gli interpreti di questa deriva anti-sistema, tendono a ridurre la qualità del sistema democratico. In Austria, addirittura si manifesta apertamente un sentimento razzista, di chiara ispirazione nazista, in gran parte centrato sulla questione migratoria. Il problema è reale e concreto ed è sotto agli occhi di tutti; eppure in Italia come a Bruxelles alcuni fanno finta di non accorgersene. Nel nostro Paese, Matteo Salvini, che non si fa sfuggire l’ occasione di far sentire la sua voce, a costo di darsi come al solito la zappa sui piedi, saluta i vincitori in Austria del Fpo: ” Sono nostri amici”. Un atteggiamento che contraddice al principio tanto sbandierato ‘ dell’interesse nazionale’, perché in materia di immigrazione secondo quanto propagandato a Vienna dell’ estrema destra, costringerebbe il nostro Paese a subire un’ ondata di migranti senza precedenti; rimarrebbero praticamente bloccati in Italia, anche quelli che considerano il nostro Paese un luogo di passaggio per il Nord Europa. In Austria, per fortuna, i Social democratici e i Popolari possono avere i numeri per formare il governo e costruire una sorta di cordone sanitario nei confronti dell’ ultra destra razzista e xenofoba. Quindi anche in Austria, come in Germania e in Francia si dovrebbe mettere in campo l’ idea di un ‘ Fronte Popolare’. Oggi viviamo un momento storico nel quale le ideologie vanno un attimo messe da parte per scegliere se aderire ad un modello che protegga la democrazia o quello pericoloso che tende a sopprimerla. Tra il mantenimento di un sistema sociale e d equo ed un sistema iniquo a vantaggio di pochi. Tra un sistema che renda più salda e coesa l’ UE, o uno che lavora al suo sfaldamento. Questi progetti vanno immediatamente contrastati, perché in concreto sono impraticabili e dannosi per i cittadini europei. Il benessere della nostra democrazia e i principi sui cui si fonda, non può essere indebolito dal fenomeno migratorio ma dall’ incapacità di proporlo anche al di là dei propri confini. La fragilità non ha cause esterne , ma va ricercata all’ interno del nostro sistema, ormai vecchio e ancorato a modelli che vanno rimodulati e riequilibrati.

Andrea Viscardi

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