‘Bisogna ripartire dall’accordo di luglio, dove si garantivano i livelli retributivi. Se non si riparte da quell’accordo la trattativa non va avanti’, così il ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda, ai giornalisti che gli chiedevano come mai il tavolo Ilva fosse durato così poco.
La proposta dell’azienda su salario ed inquadramento dei lavoratori è irricevibile, scrive sul suo profilo twitter il ministro. Tavolo aggiornato, scrive dopo lo stop dell’incontro su Ilva al Ministero da lui guidato.
Presidi di lavoratori e sindacati sono in corso davanti alle portinerie A, D, Tubifici e imprese dello stabilimento Ilva di Taranto. Le iniziative avvengono in concomitanza con lo sciopero di 24 ore, cominciato alle ore 7, indetto da Fim, Fiom, Uilm e Usb nel giorno del vertice al ministero dello Sviluppo economico in cui sarà discusso il piano dell’acquirente Am Investco (controllata dal gruppo franco-indiano ArcelorMittal), che ha confermato i 4 mila esuberi programmati (3.300 solo nel capoluogo ionico).
A preoccupare sono soprattutto le condizioni che dovranno essere accettate dai lavoratori che passeranno alle dipendenze di Am Investco. Innanzitutto, fanno rilevare Fim, Fiom, Uilm e Usb, perderanno le garanzia dell’art.18 perché saranno riassunti con il contratto a tutele crescenti previsto dal Jobs Act. Inoltre, così come evidenziato nel piano, non ci sarà alcuna continuità rispetto al rapporto di lavoro precedente neanche in relazione al trattamento economico e all’anzianità. Ora toccherà ai sindacati trattare per riuscire a mantenere i livelli retributivi.