Il vicepremier e titolare dello Sviluppo economico, Luigi di Maio, contrattacca dopo il vertice sull’Ilva al ministero con i vertici di ArcelorMittal, il compratore designato dell’acciaieria, e una sessantina di rappresentanti di sigle e associazioni del territorio. Parla di ‘un cambio di metodo’, in riferimento al summit con molti soggetti al tavolo, attaccando il predecessore ‘che firmava i contratti senza neanche dirlo ai sindacati’. Il governo, dice Di Maio, “non ha fretta di assegnare l’Ilva al primo compratore che passa. Ho chiesto dei miglioramenti ad ArcelorMittal sugli aspetti ambientali e occupazionali, e per me non sono ancora sufficienti.
Il vertice al Mise ha visto la presentazione delle proposte aggiuntive da parte del colosso siderurgico, che si è visto aggiudicare la gara per l’Ilva in attesa di capire che esito daranno le verifiche del Mise dopo i rilievi Anac sulla procedura. Abbiamo parlato soprattutto del piano ambientale, ha riferito il ministro nella conferenza stampa finale. Nell’addendum ambientale alla sua proposta d’acquisizione, il colosso compratore ha previsto di raggiungere, entro il 2023, una riduzione delle emissioni di CO2 per tonnellata di acciaio liquido pari al 15% rispetto ai dati del 2017, l’azzeramento delle polveri al 2020 con 18 mesi in anticipo rispetto a quanto previsto dal Dpcm del dicembre 2017, l’anticipazione della fine dei lavori per la copertura dei parchi delle materie prime (da realizzare entro giugno 2020 per il carbone e gennaio 2020 per il minerale ferroso), indicando l’obiettivo di supporto alla crescita e al benessere delle comunita locali.
‘Ho chiesto ad ArcelorMittal dei miglioramenti sul piano ambientale e occupazionale e per me non sono ancora soddisfacenti’, ha il ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro, Luigi Di Maio, al termine del tavolo odierno sull’Ilva. Al tavolo i rappresentanti di 62 sigle, tra cui Arcelor Mittal, enti locali e associazioni ambientali e di cittadini.
LE PAROLE DI DI MAIO DOPO L’INCONTRO
Il piano prevede anche l’impegno, anche per il periodo successivo alla durata del Piano industriale, a mantenere la produzione dell’acciaieria a ciclo integrato ad un livello non eccedente gli 8 milioni di tonnellate di acciaio liquido annue.
Con l’incontro di oggi si passa da un metodo in cui il mio predecessore firmava con ArcelorMittal senza dirlo neanche ai sindacati al momento in cui tutti si possono confrontare direttamente, ha detto Di Maio al termine del tavolo Ilva. ‘E’ un cambio di passo nel metodo’, ha aggiunto.
‘Convocare 62 realtà per due ore significa non discutere ma costruire un palcoscenico a uso e consumo vicepremier Di Maio. Così non si fa politica industriale’, ha detto il segretario del Pd Maurizio Martina definendo il tavolo ‘l’ennesima operazione propagandistica’.
Se il governo precedente ha sbagliato la gara, si prende una responsabilità che è senza precedenti. Mi auguro che tutto sia in regola, ha aggiunto Di Maio sulla gara per Ilva precisando che faremo subito, penso questa settimana, richiesta all’Avvocatura dello Stato che ci deve dire cosa si può fare e cosa no.
Voglio vederci chiaro fino alla fine. Mi sono letto 23 mila pagine e avevo ragione perché ho trovato delle criticità.
Per Ilva Di Maio ha convocato 62 sigle. Una babele di voci e pareri che consente al ministro di fare ammuina e giustificare la sua incapacità di decidere, che mette a rischio la più grande acciaieria d’Europa e la vita di 14 mila lavoratori. Basta con questo governo gialloverde, nemico delle aziende e dei lavoratori, scrive su Twitter Anna Maria Bernini, capogruppo di Forza Italia al Senato.
Le proposte di ArcelorMittal sono un piccolo passo avanti assolutamente insufficiente a garantire la salute dei miei concittadini, afferma il governatore pugliese, Michele Emiliano: ‘Attendiamo una nuova reale proposta ArcelorMittal o altrimenti non daremo il nostro assenso’.