Il Gip di Taranto ha disposto il risanamento degli impianti a caldo dell’Ilva. Resta invece ferma la produzione, bloccata per disastro ambientale. E’ quanto ha decisoil giudice di Taranto Patrizia Todisco in un provvedimento notificato ieri all’Ilva nel quale si specifica anche il ruolo dei custodi giudiziari Barbara Valenzano, Emanuela Laterza, Claudio Lofrumento e Bruno Ferrante.
Il gip li ha incitati ad adottare “tutte le misure tecniche necessarie a scongiurarsi il protrarsi delle situazioni di pericolo e a eliminare le stesse, situazioni in ragione delle quali il sequestro preventivo è stato disposto e confermato” e ricordando che il Tribunale del Riesame non ha previsto “alcuna facoltà d’uso degli impianti a fini produttivi”. Nell’ordinanza il gip assegna le funzioni ai quattro commissari giudiziali ed esclude Ferrante, presidente dell’Ilva, dalla gestione delle attività delle aree a caldo, poste sotto sequestro, limitandolo invece alle sole aree non sequestrate. Immediata la replica dell’azienda che ha impugnato il provvedimento e convocato il consiglio di amministrazione. “Il presidente di Ilva, Bruno Ferrante – si legge in una nota dell’azienda – ha dato mandato ai propri legali di impugnare immediatamente il provvedimento del giudice delle indagini preliminari di Taranto, notificato ieri 10 agosto 2012. Ha altresì convocato il consiglio di amministrazione della società per le determinazioni conseguenti”. L’ordinanza del gip è stata notificata venerdì all’azienda, mentre si è in attesa che il Riesame faccia conoscere le motivazioni del dispositivo pronunciato nei giorni scorsi, col quale ha confermato il sequestro ma lo ha finalizzato al risanamento degli impianti. Il gip ora dice che il Riesame ha confermato “il sequestro preventivo delle aree e degli impianti indicati nel decreto emesso il 25 luglio 2012, misura che – va ribadito – non può che essere funzionale alla tutela delle esigenze preventivo-cautelari indicate dalla legge”. Nella nuova ordinanza il gip segnala anche la “grave e attualissima situazione di emergenza ambientale e sanitaria in cui versa il territorio di Taranto imputabile alle emissioni inquinanti (convogliate, diffuse e fuggitive) dello stabilimento Ilva e segnatamente di quegli impianti e aree sottoposte a vincolo cautelare)”. “Peraltro – scrive ancora il gip Todisco – lo stesso Tribunale del Riesame senza prevedere alcuna facoltà d’uso degli impianti a fini produttivi, ha ribadito prioritariamente la necessità di garantire ‘la sicurezza degli impianti’ e di adottare ‘tutte le misure tecniche necessarie per eliminare le situazioni di pericolo’…”. Divisi anche i compiti del commissari: Barbara Valenzano è responsabile delle misure tecniche “necessarie a eliminare le situazioni di pericolo e dell’attuazione dei monitoraggi con potere di spese (previa approvazione dell’A.G.) relativamente alle aree sottoposte a sequestro, nonché a quelle tecnicamente connesse”. Bruno Ferrante, invece, è individuato dal gip come “datore di lavoro” ed è quindi “responsabile dell’attuazione delle prescrizioni e procedure impiantistiche che si renderanno necssarie in attuazione del provvedimento di Aia per gli impianti non interessati in alcun modo del provvedimento di sequestro preventivo”.