La Grecia ha concluso un accordo bilaterale con il Portogallo per il graduale ricollocamento di 1000 rifugiati e richiedenti asilo. Ad annunciarlo e’ stata ieri sera il ministero per le Politiche migratorie di Atene, come riportato dalla stampa locale. “Una prima fase include il ricollocamento di 100 persone, a cui e’ stata garantita o che stanno chiedendo protezione internazionale, le quali si trovano attualmente nei campi greci”, si legge nel comunicato. L’accordo ufficializzato ieri era stato raggiunto ad ottobre tra i ministri per le Politiche migratorie di Atene e Lisbona, rispettivamente Dimitris Vitsas e Eduardo Cabrita.
Il Comitato per la prevenzione della tortura del Consiglio d’Europa ha denunciato, in un rapporto pubblicato nei giorni scorsi, le condizioni “disumane e degradanti” per migliaia di migranti e rifugiati che si trovano nei campi d’accoglienza della Grecia. Il rapporto ha evidenziato in particolare “la mancanza di dottori, medicine, cibo, acqua potabile, in diversi campi lungo il confine con la Turchia, ad Atene e nelle isole dell’Egeo”. Il Consiglio d’Europa ha sottolineato che questa situazione sta causando molti problemi sanitari nei centri d’accoglienza, inclusa la scabbia a causa dell’uso di coperte sporche. Una situazione particolarmente critica viene denunciata nel campo di Fylakio, al confine nord orientale con la Turchia, dove circa 95 migranti vivrebbero insieme in un unico ambiente. Il rapporto ha denunciato inoltre le condizioni di centinaia di minori non accompagnati, sottolineando l’esigenza di “azioni immediate” per garantire la sicurezza di queste persone vulnerabili.
Nelle scorse settimane il ministro per l’Immigrazione greco, Dimitris Vitsas, ha ammesso che il campo di Samos ha i “maggiori problemi” tra i centri di accoglienza e d’identificazione operanti nelle isole greche. Vitsas ha affermato che sono in corso ingenti sforzi per trasferire i migranti in strutture idonee sulla terraferma o, se necessario, in altre isole dove le condizioni sono migliori o ancora procedendo con i rimpatri dei migranti che non hanno diritto a soggiornare nel paese. La dichiarazione del ministro e’ arrivata dopo che in precedenza circa 500 richiedenti asilo hanno inscenato una protesta contro le condizioni del campo. “Stiamo anche affrontando i dettagli che stanno rendendo piu’ difficile il nostro lavoro a Samos”, ha affermato Vistas.