La cancelliera tedesca Angela Merkel ha ripresa di nuovo in mano le redini dell’Europa sul tema dell’immigrazione, chiedendo ai Paesi dell’Unione europea di fare di più. Non solo, si è anche spinta oltre sottolineando a Berlino l’importanza di aiutare l’Italia su questo tema.
“L’Europa nel suo insieme deve muoversi – ha detto la Cancelliera tedesca in una conferenza stampa – ed i suoi Stati devono condividere la responsabilità sui richiedenti asilo”. L’Europa non può fallire sul tema dei rifugiati, ha ammonito, altrimenti “sarà distrutta la sua stretta connessione con i diritti civili universali”. Quanto all’Italia, “c’è un grande accordo sul fatto che debba essere aiutata” nella crisi dei profughi. Non è possibile – ha aggiunto – che i tanti migranti che arrivano in Italia ci restino”. A quanto pare, tutti i Big d’Europa stanno arrivando alla stessa conclusione. A parte qualche eccezione. Dopo che i ministri dell’interno di Francia, Gran Bretagna e Germania, avevano sottolineato la necessità di “misure immediate”, premendo per l’allestimento di cosiddetti ‘hot spot’ in Grecia e in Italia per registrare i migranti e identificare i richiedenti asilo, anche il primo vicepresidente della Commissione europea Frans Timmermans si è espresso sul tema, sollecitando una mobilitazione europea sul tema dell’immigrazione. “Serve andare rapidamente verso regole europee comuni sulla richiesta d’asilo”, accelerando “le procedure di registrazione”, ha detto. “Serve un sistema d’asilo europeo”. Non dobbiamo lasciare la “porta aperta a xenofobia e populismo. Alla strada di ciascuno per sè stesso”, che “non ha mai portato a risultati positivi”, ha aggiunto Timmermans.
Intanto arriva un altolà all’Ungheria, paese in cui è stata costruita una barriera metallica e di filo spinato lungo il confine con la Serbia per bloccare il flusso incessante di migranti. “Le barriere non mandano il messaggio giusto”, afferma una portavoce della Commissione Ue sul completamento del muro unghere, e la Commissione Ue “non incoraggia l’uso di muri ma di altri mezzi” per la sorveglianza delle frontiere. Resta però una “competenza nazionale” per cui Budapest non incorre in “nessuna conseguenza legale”.
Alessandro Moschini