Nuove cortine di ferro rischiano di spuntare in Europa. L’ultimo muro, per barricare l’Ungheria contro l’afflusso di migranti, è stato annunciato oggi dal governo di Budapest: deciso a blindare il confine meridionale con la Serbia a dispetto delle polemiche internazionali. Il progetto, ideato unilateralmente, è stato illustrato dal ministro degli Esteri Peter Szijjarto in queste ore. Ma era stato evocato dal premier populista Viktor Orban già la settimana scorsa, impegnato in una sorta di campagna elettorale anticipata. “L’immigrazione è pericolosa”, bisogna ormai considerare “tutte le opzioni”, aveva detto Orban nel suo intervento settimanale alla radio pubblica, evocando quella barriera che ora pare prendere forma.
Mentre il premier serbo Aleksandar Vucic si è detto “sorpreso” e “scioccato”. Ma il governo ungherese si aggrappa al consenso popolare interno. E sottolinea come nell’ultimo anno siano passati dal confine serbo – terminale della cosiddetta rotta balcanica – decine di migliaia di migranti e profughi diretti verso lo spazio Ue: kosovari, ma soprattutto (al 70%) siriani, afghani, iracheni in fuga da guerra e violenze. L’Ungheria, assieme a Italia e Grecia, si considera in effetti in prima linea sul “fronte dell’emergenza immigrazione”.
Il Paese ha ricevuto più di 50 mila richieste di asilo solo dall’inizio del 2015, contro le 43 mila di tutto il 2014, con la più alta percentuale pro capite dell’Ue. Per comprendere l’esplosione del fenomeno, i profughi registrati nel 2012 nel Paese erano stati appena 2.157. La barriera annunciata sarà alta di 4 metri lungo tutta la frontiera con la Serbia, per un tracciato di circa 175 chilometri, incluso un tratto fluviale.
Lo scopo dichiarato è quello di bloccare la principale via terrestre dei migranti verso l’intera Europa occidentale. Szijjarto ha informato che il primo luglio ci sarà una consultazione con Belgrado su questo progetto. Ma la Serbia – che proprio ieri ha annunciato un rafforzamento del pattugliamento comune del confine con l’Ungheria – si è mostrata sconcertata. Noi siamo determinati a contrastare l’immigrazione illegale “ma i Paesi dell’Unione Europea ci aiutino” invece di innalzare muri, è sbottato il ministro dell’Interno di Belgrado, Nebojsa Stefanovic. Budapest va in ogni modo avanti. Intanto, Natasha Bertaud, portavoce del Commissario Ue per l’Immigrazione Avramopoulos, commentando l’annuncio di Budapest ha detto: “In Europa sono stati recentemente abbattuti dei muri, non abbiamo bisogno di costruirne di nuovi”.
Riprova
Conferenza sulla solidarietà europea ad Arad, Romania
Per due giorni, il 4 e 5 settembre, la città di Arad, sita nell’ovest della …