Dopo una campagna elettorale e dopo tante riunioni e accordi mancati, è stato firmato il decreto sull’Imu, insieme al rifinanziamento della cassa integrazione. Ieri, infatti, il presidente Napolitano ha posto la firma sul documento e poi la successiva pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Però il problema resta e sembra di non facile soluzione, dato che la riforma delle tasse sulla casa sia solo rinviata, perché oggi i soldi non ci sono. Dal primo luglio l’aliquota Iva ordinaria aumenterà, come previsto dalla Legge di Stabilità del 2013, di un punto, dal 21 al 22%. Aumento che è già al centro di aspre polemiche volte a scongiurare l’aumento dell’imposta sui consumi, che rischia di deprimere ancora di più l’economia, che quest’anno ha già messo in cantiere una flessione dell’1,5%, superiore a quella temuta dall’esecutivo. Sui rischi dell’aumento dell’Iva concordano tutti, anche lo stesso governo guidato da Enrico Letta. Ma il problema è sempre quello, nel bilancio pubblico non ci sono più soldi. Infatti, per non aumentare l’Iva occorrono 4 miliardi per il 2013, più altri 2 per coprire il mancato gettito della seconda metà del 2013. E mentre si discute di Imu, Iva e Cig, in Senato è iniziato l’iter del decreto sui debiti della pubblica amministrazione, dove potrebbe confluire anche il decreto su Imu e Cig. Venerdì il Consiglio dei ministri potrebbe avviare la discussione sui primi provvedimenti a favore del lavoro. Il ministro Enrico Giovannini sta incontrando le parti sociali, oggi tocca ai sindacati.