Sebbene il Movimento 5 Stelle, Italia Viva e Partito Democratico siano divisi su molti temi, sulla liberalizzazione dei “nuovi diritti” sono tutti d’accordo. Proprio in questi giorni, infatti, la Camera dei Deputati è chiamata ad esaminare il ddl Zan-Scalfarotto.
Questo ddl si propone di contrastare l’omofobia e la transfobia. Proprio pochi giorni fa, l’esecutivo ha inaugurato un portale deputato al benessere e la salute delle persone transgender.
In merito alla questione si è espresso Simone Budelli, presidente dell’Unione giuristi cattolici di Perugia: “Il ddl Zan-Scalfarotto contro l’omotransfobia è ammantato di libertà e progresso, ma è in realtà una legge liberticida, che non apporta nessuna ulteriore garanzia per la minoranza gender. Il ddl finisce in realtà per costruire ulteriori muri, recinti e riserve, in cui alcuni diventano più uguali degli altri”.
Secondo Budelli per punire gli “odiatori omofobi” non c’è bisogno dell’introduzione di ulteriori norme oltre quelle già esistenti nel codice penale, come dimostrato dai procedimenti che hanno portato a pesanti condanne inflitte a coloro che hanno offeso omosessuali o transessuali.
Conclude poi con degli esempi: “Se vorrò criticare – anche in privato – lo stile di vita gender rischierò la galera, in violazione dell’art. 21 della Costituzione che ricordo è la pietra angolare della nostra democrazia. Se mi opporrò ad una educazione che non condivido per mio figlio, rischierò addirittura di perdere la potestà genitoriale. In parole più semplici, in base al nuovo art. 604 bis cod. pen., si potrebbe ipotizzare che una madre possa essere condannata qualora suggerisse alla figlia di non sposare un bisessuale; oppure potrebbe essere condannato un padre che decidesse di non mandare il proprio a lezione di educazione sessuale trans-gender”.