Oggi giornata mondiale contro l’omofobia e la transfobia. La Birmania ha celebrato il primo gay pride della sua storia, a conferma della progressiva liberalizzazione del Paese, non solo in campo politico, ma anche dal punto di vista della tolleranza sociale sotto il governo di Thein Sein. I partecipanti, circa 400, si sono riuniti in un salone di un hotel di Rangoon, per una serata di festa, con musica, spettacoli teatrali, documentari e dibattiti. ”Sono molto felice di essere tra persone come me”, ha detto Min-Min, truccatore. ”In passato, non osavamo farlo. Ci siamo preparati per lungo tempo per questo evento. E ora siamo qui”. Eventi sono stati organizzati anche in altre tre città della Birmania, secondo quanto riferito da Aung Myo Min, dell’Istituto per l’educazione sui diritti umani in Birmania. ”In passato, un evento del genere sarebbe stato considerato contro il governo, qualcosa di simile a una manifestazione”, ha dichiarato. ”Ora, invece, la comunità omosessuale ha più coraggio, compreso quello di rivelare il proprio orientamento sessuale”, ha aggiunto. Tuttora considerate reato da una legge risalente al periodo del colonialismo inglese, anche se raramente applicata, le relazioni omosessuali sono penalizzate in Birmania, a maggioranza buddist, dal marcato atteggiamento conservatore del Paese in tema di sesso. Al contrario della vicina Thailandia, dove omosessuali e transessuali sono relativamente bene integrati, in Birmania un ambiente più maschilista mantiene la questione allo stato di tabù. Secondo gli attivisti omosessuali, la responsabilità va soprattutto cercata in mezzo secolo di dittatura militare.
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