In Europa cresce l’islamofobia

Cresce sempre di più nel vecchio Continente la paura dell’Islam. Si affermano sempre di più in alcuni Stati dell’Ue i cosiddetti partiti islamofobi. L’Olanda ne è un esempio, dove fra qualche mese potrebbe diventare primo ministro Geert Wilders, vincitore delle ultime elezioni. Il suo programma: bandire le moschee e le scuole coraniche, vietare il velo alle donne nelle scuole e nei pubblici edifici, bloccare i flussi migratori. In Italia, il prode Salvini , il capitano, non si fa sfuggire l’occasione di invitare Wilders al convegno dei partiti appartenenti al gruppo parlamentare europeo, denominato ‘ Identità e Democrazia, che si terrà a Firenze . Ovviamente tutti rigorosamente islamofobi. E’ una strategia che cavalca antichi pregiudizi verso una comunità che viene percepita come estranea ai valori occidentali. Uno scenario a tinte fosche che potrebbe far scatenare uno scontro tra civiltà come accade nel medio oriente tra ebrei e musulmani. Si sa che l’Islam non è solo una fede ma anche un modo di vivere che si fonda su valori tradizionali e patriarcali. Quello che più emerge e’ la difficoltà di separare la sfera religiosa-culturale da quella pubblica. Il rispetto dei principi di laicità degli Stati e dei diritti dei singoli individui dovrebbe passare attraverso un graduale e costante processo di apprendimento. E’ chiaro che occorre mettere in campo delle serie politiche di inclusione. Alcuni studi hanno dimostrato che se i musulmani si integrano, riescono ad adattarsi e a fare propri quelli che sono i capisaldi della cultura occidentale. L’integrazione non è facile. Le manifestazioni di appartenenza all’Islam, creano nei loro confronti pregiudizi e diffidenza nel mondo occidentale. Sovente diventano bersagli di discriminazione o violenza. Quello che più allarma l’Occidente è il fondamentalismo islamico che sostiene la creazione di un Califfato mondiale che si ispira alla Sharia. E poi c’è un altro fenomeno allarmante che si va diffondendo ed affermando ed e’ costituito da quella massa di giovani  disoccupati che non riesce ad integrarsi e affollano le periferie delle grandi metropoli europee. Non si identificano con la cultura delle proprie origini e rifiutano quella occidentale. Questa sorta di nuovo sotto proletariato urbano diventa una fucina di potenziali terroristi e facile preda delle organizzazioni mondiali del terrore di matrice islamica. In contrasto con questo fenomeno, si alimenta la non meno allarmante e sempre più crescente islamofobia che viene cavalcata da molti partiti politici di estrema destra. Il risultato è che sempre più cittadini, per paura di essere sopraffatti da una civiltà non in linea con i valori culturali dell’Occidente, votano partiti islamofobi. E la situazione mediorientale degli ultimi due mesi sta alimentando sempre di più questo fenomeno socio-politico. La mancanza di un concreto dialogo tra le due civiltà ha fatto sì che l’Europa abbia perso l’occasione storica di aiutare l’Islam moderato e le correnti laiche durante le primavere arabe. Oggi la Vecchia Europa deve smettere gli abiti del convitato di pietra e tornare ad essere protagonista della storia ed essere all’altezza di fronteggiare al suo interno le tensioni e gli scontri tra due civiltà, contenendo da un lato la radicalizzazione dei musulmani e dall’altro eliminare la spirale islamofoba .
Andrea Viscardi

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