In gioco la partita del governo…

C’è duplice patto che indirizza M5S e Lega sulla strada per il governo.  La strada è però  impervia visto che ha come ostacoli il nodo della premiership e la partecipazione ‘attiva’  di FI. Ma dalle due votazioni che hanno ampiamente incoronato i due presidenti emergono due novità dirimenti: che tra Luigi Di Maio e Matteo Salvini esiste un filo diretto di una qualche solidità e che il M5S, nella sua nuova veste istituzionale, è disponibile a tradire la sua ortodossia.

I giochi non sono certo semplici, i veti da far cadere sono diversi e, in via ufficiale, il M5S continua a slegare l’accordo sulle Camere dalle maggioranza di governo tenendo socchiusa la porta al Pd: ‘Siamo aperti a tutti, i partiti si facciano avanti per il bene del Paese’, spiega Di Maio ponendo in evidenza il nodo della premiership: ‘Il M5S ha preso 11 milioni di voti, spero si tenga conto si questo’. La conditio sine qua non di Di Maio-premier, al momento, non cade. D’altro canto difficilmente Matteo Salvini, dopo aver ‘perso’ la guida di Camera e Senato, accetterebbe di fare da comprimario ad un premier M5S. Ma le parole di Di Maio, rispetto a qualche giorno fa, appaiono più morbide se viste in controluce.

All’orizzonte emerge, come possibile soluzione, una sorta di exit strategy di medio-lungo periodo. Si tratterebbe  di un asse governativo Lega-M5S, con l’appoggio esterno di FI,   che abbia all’apice un capo dell’esecutivo terzo.
Un  governo ‘tecnico’ di breve durata, orientato a porre le nuove elezioni a breve.

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