Il 28 ottobre parte la prima stagione da Teatro Nazionale del Teatro Stabile di Napoli, che si apre con un omaggio a uno dei grandi maestri dell’ultimo Novecento Giuseppe Patroni Griffi. Dello scrittore andrà in scena fino al 15 novembre al Teatro Mercadante In memoria di una signora amica per la regia di Francesco Saponaro, che ne cura anche l’adattamento. Il testo scritto agli inizi degli anni sessanta e messo in scena per la prima volta nel 1963 da Francesco Rosi si riallaccia alla poetica della “napoletanità” del teatro di Patroni Griffi. Una produzione del Teatro Stabile di Napoli impegnativa, che vede in scena uno straordinario cast di interpreti, con Mascia Musy nel ruolo della protagonista Mariella Bagnoli insieme a Fulvia Carotenuto (Gennara), Imma Villa (Urania e prostituta), Antonella Stefanucci (Margherita e prostituta), Valentina Curatoli (Antonia e prostituta), Edoardo Sorgente (Roberto, figlio di Mariella), Eduardo Scarpetta (Alfredo, amico di Roberto e Pascariello), Tonino Taiuti (Il maestro, marito di Gennara), Clio Cipolletta (Pupatella la cameriera e prostituta), Carmine Borrino (Michele, amante di Gennara), Giorgia Coco (Olga, ragazza di Roberto), Giovanni Merano (Un soldato americano), Anna Verde (Ester, moglie di Roberto). Le scene e i costumi sono di Lino Fiorito; le luci di Cesare Accetta; le musiche originali sono composte ed eseguite dal vivo al pianoforte da Mariano Bellopede. Assistente costumista Anna Verde, aiuto regia Peppe Bisogno.Lo spettacolo è una produzione del Teatro Stabile di Napoli. Un filo rosso, dichiara il regista Francesco Saponaro, lega il mio lavoro di questi ultimi anni alla messa in scena di In memoria di una signora amica di Giuseppe Patroni Griffi, uno dei grandi maestri del secondo Novecento: dall’incontro con il teatro di Eduardo De Filippo, alle rarefatte armonie della letteratura di Raffaele La Capria, fino alla poesia ardente di Enzo Moscato. I personaggi di Patroni Griffi si inseguono tra i vicoli e i palazzi a spuntatore, nei bassi dei quartieri spagnoli, ma anche in certe case borghesi di Chiaia o di Posillipo, solo apparentemente confortate dai panorami di una bella giornata. Nel 1963 Francesco Rosi, anch’egli figlio geniale di una generazione lacerata dall’odio-amore per Napoli, mise in scena per la prima volta In memoria di una signora amica, a breve distanza dall’uscita del suo film Le mani sulla città. È a partire da questa costellazione di riferimenti per nulla trascurabili che affronto, insieme agli interpreti che ho scelto per la loro decisa identità teatrale, questo testo abitato da tante anime, in cui ritrovo la necessità di affondare nella scabrosa attualità del presente senza perdere quell’intenso respiro di vita e di bellezza che può ancora salvarci”. In memoria di una signora amica si svolge in quattro quadri, quattro serate dal 1945 al 1950, in una geografia che oppone Napoli a Roma. Le quattro serate sono il racconto di un conflitto generazionale, tra la necessità di partire e la consapevolezza del restare, tra il passato nostalgico delle madri e il futuro incerto di figli carichi di ideali, giovani irrisolti che si dibattono nel tentativo di dare un senso alla fuga da una città-rifugio. Le storie della protagonista Mariella Bagnoli e delle sue amiche sembrano risalire dagli antri bui degli ipogei che furono i ricoveri promiscui di una guerra che «non basta a liberarci dall’infelicità, dalla disgrazia, dal destino fetente di nascere napoletani» e che, insieme alle notti profonde, non vuole proprio passare. Dopo Napoli lo spettacolo sarà in tournée a Milano al Teatro Franco Parenti dal 17 al 22 novembre 2015.
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