La sua prossima fatica, intitolata Napoli-New York, è anche il primo film della sua lunga carriera in lingua napoletana.
Gabriele Salvatores, nato a Napoli, è un regista e sceneggiatore italiano. Il suo film Mediterraneo ha ricevuto l’Oscar al miglior film in lingua straniera nel 1992.
La sua prossima fatica, intitolata Napoli-New York, è anche il primo film della sua lunga carriera in lingua napoletana.
In una recente intervista per La Repubblica, il regista ha espresso tutta la sua emozione riguardo questa scelta artistica, vivendola come una impresa emozionante ed emozionale, definendola quasi una terapia. Nelle sue parole tanta voglia di sperimentare ed esprimersi.
Il regista ha spiegato a Repubblica quanto questo film, il primo napoletano della sua carriera, significhi molto sia a livello artistico che personale: “Nel mio film si parla napoletano stretto, non metterò i sottotitoli: non è un dialetto, è una lingua. Chi capisce capisce, e chi non capisce, intuisce. Questo è il mio primo film napoletano, pensato a Napoli. Mi sono ispirato alla memoria della mia famiglia, le pizzelle al ragù e, come diceva Eduardo, quella sensazione di addormentarsi sentendo il suono degli ziti spezzati da mia madre”.
La sinossi ufficiale di Napoli-New York recita: “Nell’immediato dopoguerra, tra le macerie di una Napoli piegata dalla fame, dalla povertà e della miseria, i piccoli Carmine e Celestina tentano di sopravvivere come possono, aiutandosi a vicenda. Una notte, però, s’imbarcano come clandestini su una nave diretta a New York, per andare a vivere con la sorella di Celestina emigrata diversi anni prima. I due bambini si uniscono dunque ai tanti emigranti italiani in cerca di fortuna in America e, così facendo, sbarcano in una metropoli sconosciuta, che dopo numerose e difficili peripezie, impareranno a chiamare casa”.