Il premier socialdemocratico romeno Sorin Grindeanu non ha intenzione di dimettersi ‘per soddisfare la piazza’. Lo ha dichiarato alla tv privata Antenu 3 mentre, nonostante il ritiro da parte del governo del decreto ‘salva-corrotti’, sono ancora migliaia i manifestanti che a Bucarest e nel resto del Paese continuano a protestare. ‘Abbiamo due prove la prossima settimana in Parlamento. Legge finanziaria dello Stato e la mozione di censura. Questo è il gioco democratico e si dovrebbe tornare urgentemente a questi concetti. Così come il governo può essere tirato giù con la mozione di censura, l’altra via è che non accetto di dare le mie dimissioni’, ha sottolineato Grindeanu, ricordando che il PSD ha vinto le elezioni con milioni di voti, ricevendo la fiducia per l’attuazione del programma di governo. Il Primo Ministro ha detto che sono state dette molte cose non vere, esemplificate dal fatto che parlavano di amnistia e indulto da decreto di emergenza: ‘Si è detto che si tratta di un amnistia mascherata, o che usciranno di prigione corruttori e stupratori. Il che non è vero’. Ha ammesso che ci sarà una modifica del codice penale: ‘La battaglia era perduta da parte del governo, che non volendo crescente confronto tra le parti, ha deciso di fare un passo indietro. Esorto a tornare alla normalità’. La gente è scesa in Piazza in Romania e la protesta riguarda la depenalizzazione di alcuni reati di corruzione, contro la quale si sono ribellati circa trecentomila manifestanti. La prima fiammata della protesta viene innescata attraverso i social network, Facebook in particolare, ma nei giorni seguenti le strade di Bucarest sono piene ben oltre gli appelli attraverso il web. Non solo nella capitale: la gente protesta, scende in piazza in altre cinquanta città della Romania. Alla fine, come si diceva prima, vincono i cittadini. Sorin Grindeanu, ha annunciato che abrogherà il decreto che avrebbe sostanzialmente depenalizzato alcuni atti di corruzione. I manifestanti hanno legittimamente festeggiato. Non vorrei dividere la Romania. In questo momento, a causa delle manifestazioni la Romania sembra essere divisa, ma non era mia desiderio arrivare a tutto questo, dice il capo del governo, spiegando che l’obiettivo del provvedimento non era quello di fare sconti ai corrotti ma di alleggerire il sovraffollamento delle carceri depenalizzando alcuni reati. Ma quale era l’oggetto della decreto rimasto in vigore per poco più di una settimana? I reati di corruzione che producevano danni dal punto di vista del valore economico al di sotto di 48.000 dollari, non avrebbe portato in galera i colpevoli. Una scelta che ha indignato la popolazione rumena che non ha creduto alle giustificazioni del primo ministro anche perché il presidente del partito social democratico, Liviu Dragnea, ispiratore di questa legge, è attualmente sotto inchiesta per abuso di potere e ha potuto ottenere la sospensione condizionale della pena che gli era stata inflitta (due anni di carcere) per un illecito commesso in occasioni delle elezioni. Secondo l’opposizione, invece, il decreto mirava solo a mandare in libertà alcuni alleati politici già condannati per corruzione.
Cocis