Al primo giorno di negoziati europei sul pacchetto anticrisi, la fumata è “nera”. Il premier, Giuseppe Conte, torna in albergo a Bruxelles passata la mezzanotte. Ammette che le frizioni tra i Paesi non sono state superate, ma promette di non arrendersi. C’è ancora un giorno di tempo: “Abbiamo da lavorare, le divergenze ci sono”. D’altronde, ricorda ai cronisti che lo attendono dopo 14 ore di trattativa, in ballo c’è il quadro finanziario pluriennale per i prossimi sette anni e uno strumento innovativo come Next Generation, che contiene il Recovery Fund. Gli aspetti tecnici da approfodire sono tanti, le divergenze pure.L’ostacolo più alto è quello posto da Amsterdam, il “muro dell’Olanda” è stato definito. Anche su questo, il premier non vuole apparire pessimista: “Nulla è incrollabile”, afferma. “Vedremo”. Nella trattativa, la Germania ha avuto un “grande ruolo”, assicura il capo dell’esecutivo. O meglio, ad avere un grande ruolo è la leadership di Angela Merkel, che per il premier ha orientato Berlino, che all’inizio non era convinta dello strumento del Recovery. Però poi la Germania, con la Francia, è stata la prima a proporre ufficialmente i 500 miliardi di sussidi (a cui si aggiungerebbero i 250 miliardi in prestiti).
Il clima generale a Bruxelles è guidato dalla consapevolezza che bisogna “assolutamente raggiungere un risultato”: “oggi è fumata nera, ma c’è ancora da lavorare”.Imperativo, quindi, superare le divergenze. Per questo l’Italia ha presentato una controproposta a quella del Consiglio, che “nonostante la generosità dell’impegno e dello sforzo”, per Roma non si può praticare. L’Italia, giura, è ambiziosa. Conte si fa scudo sostenendo di difendere le prerogative della Commissione. Qualche dettaglio si può rivedere, ma non vuol scendere a compromessi né sull’ammontare del Recovery Fund né sul bilanciamento tra sussidi e prestiti: “Non accetteremo soluzioni che alterino l’equilibrio tra istituzioni europee”, giura. Ciò che serve, ora, è adeguatezza, proporzionalità, effettività: “Se manca uno di questi aspetti, significa che lo strumento non è assolutamente né ben strutturato né strutturale”.