Gli ultimi sviluppi dell’inchiesta Enav, potrebbero comportare dei cambi ai vertici dell’azienda, o addirittura, secondo recenti indiscrezioni, Palazzo Chigi non escluderebbe l’ipotesi di commissariare l’Ente nazionale di assistenza al volo dopo l’arresto dell’ ad Guido Pugliesi (ai domiciliari), del direttore tecnico della Selex Manlio Fiore e del commercialista Marco Iannilli.
Tuttavia, nonostante le ultime indiscrezioni che infittiscono i sospetti in merito a presunti “spodestamenti” tra i leader dell’azienda, Marina Grossi resiste e rimane alla guida della Selex Sistemi Integrati. E’ quanto si apprende da fonti industriali, al termine della riunione del cda della società controllata da Finmeccanica.
Ad annunciare la convocazione urgente del consiglio di amministrazione di Selex Sistemi Integrati, era stato ieri sera l’amministratore delegato di Finmeccanica, Giuseppe Orsi. Una convocazione decisa “al fine di adottare le necessarie determinazioni nell’interesse della società e dei suoi dipendenti, clienti e fornitori”.
Al momento, dunque, nel braccio di ferro tra l’ad Orsi e la Grossi, moglie del presidente di Finmeccanica Pierfrancesco Guarguaglini, la vittoria sembra andare a “lady Finmeccanica”. Nonostante su di lei pesino le indagini per frode e corruzione.
Per quanto riguarda il processo, domani si terrà un interrogatorio di garanzia per il direttore tecnico di Selex Sistemi Integrati Manlio Fiore e per il commercialista Marco Iannilli arrestati sabato scorso nell’ambito dell’inchiesta sugli appalti Enav. Ad ascoltare i due indagati sarà il gip Anna Maria Fattori che li accusa di avere emesso fatture false per operazioni inesistenti.
Fiore sarà assistito dall’avvocato Gianluca Tognozzi il quale conferma che è intenzione del suo cliente rispondere alle domande del giudice per respingere l’accusa secondo la quale tra il 2009 e il 2010 avrebbe emesso fatture false per 1 milione di euro. Sarebbe invece intenzione di Iannilli, difeso dagli avvocati Fabio Lattanzi e Piergiorgio Manca di avvalersi della facoltà di non rispondere a proposito dell’accusa di avere emesso complessivamente fattura false per 3 milioni e 800 mila euro.
Quanto a Guido Pugliesi, amministratore delegato di Enav agli arresti domiciliari, potrebbe essere interrogato giovedì prossimo.
Casini e Guarguagnini: “nessun coinvolgimento nell’affare Enav”: Smentite inerenti al coinvolgimento nell’ affare Enav”, arrivano anche dal leader del Udc, Pier Ferdinando Casini: “L’onorevole Casini ha dato mandato ai suoi legali di sporgere querela nei confronti del signor Tommaso Di Lernia e di agire anche in sede civile per il risarcimento di danni, anche di immagine, il cui importo sarà interamente devoluto a enti benefici”.
Lo afferma l’onorevole Roberto Rao, portavoce di Casini, con riferimento alle notizie riportate da alcuni organi di stampa relative ad affermazioni rese all’autorità giudiziaria dal signor Tommaso Di Lernia che lo riguardano e relative all’inchiesta sulle presunte tangenti Enav.
Nega ” di aver mai creato fondi neri, di aver mai elargito né dato ordini di elargire somme di denaro a politici e/o partiti, anche il Presidente di Finmeccanica, Pier Francesco Guarguagnini. Il presidente “ribadisce che Lorenzo Cola non è mai stato il suo braccio destro, come invece riportato da alcuni organi di informazione”. Infine, Guarguaglini “esprime fiducia nell’operato della magistratura, che ha già fatto chiarezza sul caso Digint che non ha visto coinvolto nessun dirigente o manager di Finmeccanica”.
Intanto dall’ opposizione, pioggia di critiche su Alemanno, un altro dei politici, il cui nome compare nel giro dei finanziamenti illeciti. Per Paolo Masini, consigliere Pd della capitale, commenta: “Escono le notizie sulle tangenti Enav e ricompare per l’ennesima volta il nome di Gianni Alemanno. E’ da mesi che chiediamo al sindaco di chiarire questa oscura vicenda. Vogliamo sapere se nel torbido affare Enav c’entrano anche appalti del Campidoglio”. Per Masini, “finora il sindaco ha sempre evitato di spiegare la sua posizione, ma questo è intollerabile. I romani chiedono al sindaco trasparenza, soprattutto dopo i numerosi casi di malagestione a partire da Parentopoli, la madre di tutti gli scandali e dalla vicenda del suo collaboratore Giorgio Magliocca coinvolto in un’inchiesta sulla camorra”.
Carmela Iovino