Federica Guidi si dimette da ministro dello Sviluppo economico, scaricata dal Governo, dopo la pubblicazione di una conversazione con il suo compagno, Gianluca Gemelli, intercettata nell’ambito di un’inchiesta della procura di Potenza sullo smaltimento dei rifiuti legati alle estrazioni petrolifere. L’inchiesta porta a sei arresti e al blocco della produzione dell’Eni in Val D’Agro, come conseguenza di due sequestri nel centro oli di Viggiano. Guidi non è iscritta agli atti ma Gemelli risulta indagato. In una telefonata tra i due, in cui il ministro si impegna a far approvare un emendamento per sbloccare l’impianto ‘Tempa Rossa’, nel potentino, porta in poche ore alle dimissioni. Non solo infatti l’opposizione accusa il ministro di conflitto d’interessi e annuncia mozioni di sfiducia, ma la maggioranza fa calare sulla vicenda un raggelante silenzio. ‘Tempa Rossa’ è un giacimento petrolifero situato nell’alta valle del Sauro, nel cuore della regione Basilicata, nel sud Italia. Il progetto si estende principalmente sul territorio del Comune di Corleto Perticara (PZ), a 4 km dal quale verrà costruito il futuro centro di trattamento. 5 pozzi si trovano anch’essi sul territorio del Comune di Corleto Perticara, mentre il sesto pozzo si trova nel Comune di Gorgoglione. Altri due pozzi saranno perforati una volta ottenute le autorizzazioni. L’area dove verrà realizzato il centro di stoccaggio GPL si trova invece nel Comune di Guardia Perticara. A regime l’impianto, tra i più evoluti nel settore petrolifero, avrà una capacità produttiva giornaliera di circa 50.000 barili di petrolio, 230.000 m³ di gas naturale, 240 tonnellate di GPL e 80 tonnellate di zolfo. Il progetto prevede la messa in produzione di 8 pozzi (6 già perforati e altri 2 da perforare una volta ottenute le autorizzazioni). Costruzione di un centro di trattamento oli dove gli idrocarburi estratti, convogliati tramite una rete di condotte interrate (pipeline), verranno trattati e separati nei diversi sottoprodotti (grezzo, gas combustibile, zolfo, GPL) e poi, a seconda del prodotto, spediti tramite canalizzazioni interrate. Costruzione di un centro di stoccaggio GPL (2 serbatoi interrati della capacità totale di 3.000 m³) dotato di 4 punti di carico stradale. Costruzione o modifica di infrastrutture di servizio (adeguamento di strade comunali, realizzazione dei sistemi per l’alimentazione di acqua ed elettricità per il centro di trattamento, connessione alle reti esistenti per il trasporto e la distribuzione degli idrocarburi). Scoperto nel 1989, il giacimento ‘Tempa Rossa’, nella concessione Gorgoglione, è particolare per la natura degli idrocarburi presenti (olii pesanti da 10 a 22 API e presenza di zolfo) ma anche per il suo contesto ambientale, visto che è situato tra il parco regionale di Gallipoli Cognato e il parco nazionale del Pollino e la concessione si trova nel cuore di una regione ad alto valore turistico per la bellezza dei suoi paesaggi; si estende su un territorio geologico segnato da una sismicità non trascurabile e una rete idrogeologica complessa. A queste particolarità si aggiunge un patrimonio archeologico di primo piano. La valorizzazione di un tale giacimento rappresenta dunque una sfida che Total e i suoi partner accettano mettendo in opera le tecniche più adatte dell’industria petrolifera in materia di esplorazione e produzione, e anche per quanto riguarda la sicurezza delle operazioni, il rispetto dell’ambiente e della natura. Il giacimento ‘Tempa Rossa’ beneficia della vicinanza di infrastrutture esistenti, distanti 8 km. Così il gas sarà facilmente convogliato alla rete locale di distribuzione Snam e il petrolio trasportato tramite condotta interrata fino all’oleodotto ‘Viggiano-Taranto’, oleodotto con un diametro di 51 cm e lungo 136 km (di cui 96 in Basilicata) che collega le installazioni petrolifere della Val d’Agri alla Raffineria di Taranto, suo terminale di esportazione. Lo sviluppo del progetto Tempa Rossa riunisce quindi grandi gruppi petroliferi mondiali. Al fianco di Total E&P Italia, operatore incaricato dello sviluppo del progetto, figurano anche Mitsui E&P Italia B S.r.l. e Shell, entrambi con il 25%. Guidi scrive delle sue dimissioni al premier Matteo Renzi, che si trova negli Stati Uniti in visita istituzionale: ‘Caro Matteo sono assolutamente certa della mia buona fede e della correttezza del mio operato. Credo tuttavia necessario, per una questione di opportunità politica, rassegnare le mie dimissioni. Continuerò come cittadina e come imprenditrice a lavorare per il bene del nostro meraviglioso Paese’, scrive l’ex presidente dei Giovani di Confindustria, portata da Renzi due anni fa alla guida del dicastero dello Sviluppo. Il premier, dagli Stati Uniti ha risposto dopo poche ore: ‘Cara Federica ho molto apprezzato il tuo lavoro di questi anni. Serio, deciso, competente. Rispetto la tua scelta personale sofferta, dettata da ragioni di opportunità che condivido e procederò nei prossimi giorni a proporre il tuo successore al capo dello Stato’. Risale a fine 2014 l’intercettazione al centro della bufera: ‘E poi dovremmo riuscire a mettere dentro al Senato, se è d’accordo anche ‘Mariaelena’, quell’emendamento che mi hanno fatto uscire quella notte, alle quattro di notte’, dice Guidi al compagno. La Guidi si riferisce a un emendamento che il governo sta per inserire nella legge di stabilità relativo ai lavori per il centro oli della Total a Corleto Perticara (Potenza). Allo sblocco di quei lavori Gemelli stesso, che guida due società del settore petrolifero, ha interesse. La ‘Maria Elena’, citata, è il ministro dei Rapporti con il Parlamento Boschi. Subito dopo aver parlato con Guidi, Gemelli telefona a un dirigente di una società petrolifera e lo informa dell’emendamento, già bocciato una volta, per sbloccare ‘Tempa Rossa’. L’inchiesta dei magistrati di Potenza riguarda lo smaltimento illecito di rifiuti nel centro oli di Viggiano e casi di corruzione per la costruzione del centro oli della Total a Corleto Perticara. Sono circa sessanta le persone indagate (Gemelli per concorso in corruzione e per millantato credito), sei delle quali, come si diceva, agli arresti domiciliari. Questa parte di indagine ruota intorno a un emendamento alla Legge di Stabilità, approvato all’ultimo momento nel dicembre del 2014, con il quale si dava il via libera al progetto di estrazione di petrolio ‘Tempa Rossa’, opera contestatissima dalle associazioni ambientaliste, ma sul quale Gemelli aveva forti interessi. La storia è ricostruita negli atti dell’inchiesta. Atti nei quali c’è anche una serie di conversazioni telefoniche dirette tra Guidi e Gemelli, tra i quali c’era ‘una relazione di convivenza’, come si legge nelle carte. L’imprenditore era interessato a fare in modo che si sbloccasse l’operazione ‘Tempa Rossa’, gestita dalla Total, perché secondo l’accusa le sue aziende avrebbero guadagnato circa due milioni e mezzo di sub appalti. E di questo parla al telefono con la compagna.
Dalle indagini fatte dagli agenti della squadra mobile della Polizia di Potenza che hanno svolto le indagini è emerso che l’emendamento di cui si parla era stato inserito nel maxiemendamento alla Legge di stabilità del 2015, modificato dal Senato il 20 dicembre, con il quale si dava il via al progetto ‘Tempa Rossa’. Le dimissioni vengono accolte come doverose da Giorgia Meloni e opportune da SI. Solo Silvio Berlusconi spende parole contro le intercettazioni, ‘vulnus della nostra democrazia’. Ma alle opposizioni il passo indietro di Guidi non basta: ‘È l’ennesimo, mostruoso conflitto d’interesse di questo governo. Più che Guidi o Boschi la vera responsabilità è quella di Matteo Renzi, afferma Matteo Salvini. Anche Boschi, come la Guidi, ha le ‘mani sporche di petrolio e deve dimettersi, attaccano i Cinque stelle, che rivendicano di aver denunciato già all’epoca che l’emendamento incriminato conteneva favori alle lobby petrolifere. La questione non è quindi chiusa…
Roberto Cristiano