“Siamo di fronte a stragi che si ripetono, Brandizzo, Firenze, Suviana. E ora Casteldaccia. Le cause di queste morti sul lavoro sono sempre le stesse purtroppo. Questo governo si trova di fronte a colossali investimenti che stanno arrivando col Pnrr, con opere infrastrutturali potenti. Ma, davanti al fatto che ci sarà un’imponente iniezione di risorse per investire in cantieri, ferrovie, per non parlare del Ponte sullo Stretto se mai decollasse, non mi pare che da parte di questo esecutivo ci sia la consapevolezza di dovere accompagnare tutto ciò con una altrettanto forte capacità di innovazione per la sicurezza sul lavoro”. Lo dice a LaPresse Cesare Damiano, politico ed ex sindacalista, che è stato deputato alla Camera e Ministro del Lavoro e della Previdenza Sociale nel secondo Governo Prodi, e che è considerato il padre del Decreto 81 del 2008 (noto come Testo Unico su salute e sicurezza sul lavoro), interpellato sulla strage a Casteldaccia.
Nel governo Meloni l’ex ministro Damiano vede un “atteggiamento ondivago”: “la liberalizzazione della catena degli appalti non va nella direzione della sicurezza sul lavoro. Il Decreto 81 già conteneva la patente a punti”, ma ora invece arriva “la patente a crediti, che non è parente della patente a punti”. Insomma – prosegue Damiano – “accanto a qualche passo avanti come il riconoscimento degli stessi standard contrattuali lungo tutta la catena d’appalto, che è stata una battaglia delle opposizioni, si registra dall’attuale governo un passo indietro nel cancellare i cattivi comportamenti delle aziende. Il che rende non efficace la misura rispetto a come concepita all’inizio”.
Damiano sottolinea: “c’è il giusto cordoglio, ma poi non c’è un atteggiamento corrispondente sotto il profilo legislativo, che tenga conto del passaggio che sarà caratterizzato dagli investimenti derivanti dal Pnrr. Tanto più necessario a fronte della reiterazione di questi incidenti”.
In queste stragi siamo di fronte “sempre alle stesse cause – ribadisce Damiano – Lo abbiamo visto nei cantieri, con i crolli, le cadute dall’alto. Lo vediamo con le esalazioni nocive che creano una catena di morti. In agricoltura col ribaltamento dei trattori. C’è bisogno di agire sulle indicazioni fondamentali del Decreto 81 del 2008: formazione, prevenzione e repressione, ma soprattutto sulle prime due”. “Le statistiche Inail – prosegue Damiano – ci dicono che nel primo trimestre di quest’anno, mentre aumentano leggermente gi gli infortuni, gli incidenti mortali diminuiscono da 196 a 191, rispetto al primo trimestre 2023. Stando alle nude statistiche c’è una leggera diminuzione, ma oggi altri morti si aggiungono e i dati Inail sono provvisori per via degli accertamenti burocratici dei decessi. Inoltre in questo primo trimestre si registra un aumento del 24% delle malattie professionali. Il lavoro quindi continua a uccidere e a rendere inabili”.
L’ex ministro pensa a nuovi strumenti. “A mio avviso – dice Damiano – un passo si può fare partendo dai settori piu a rischio, ad esempio con la mia proposta del cantiere digitale. Siamo davanti alle opere spinte dal Pnrr. Non tutti gli operai hanno lo stesso contratto, ci sono sacche di lavoro nero e a volte manca il coordinamento nei lavori. Io ho fatto una proposta: il cantiere digitale, che vuol dire l’uso dell’ Intelligenza Artificiale e della digitalizzazione non solo per l’aumento della produttività della impresa, che va benissimo, ma anche per l’ integrità psicofisica delle persone che lavorano. Sarebbe una linea di aggiornamento del decreto numero 81″.”Si pensi – conclude l’ex ministro – al badge identificativo della persona accanto al contratto utilizzato: bisogna smettere di speculare sul costo del lavoro. Ma si pensi anche all’inserimento del microchip nel casco, nelle scarpe e nei guanti antinfortunistici e nelle imbragature per segnalare anomalie: se non indossati si ferma il lavoro della squadra. E poi anche la mappatura digitale del cantiere”.