Incidenti stradali: in aumento i mortali. Picco nel mese di luglio

ROMA. Nei primi sette mesi del 2015 sono aumentati gli incidenti stradali rispetto all’anno scorso. Da gennaio a luglio si contano 972 vittime (erano state 952 nello stesso periodo del 2014), con un picco proprio nell’ultimo mese preso in considerazione, luglio, soprattutto nella fascia oraria notturna. I dati rilevati da Polizia e Carabinieri segnalano però una inversione di tendenza rispetto al decennio 2001-2013. Nonostante queste cifre spaventose, simili a un bollettino di guerra, la legge sull’omicidio stradale non è ancora realtà. Passato al Senato il Ddl con 163 sì, 2 astenuti e 65 voti contrari (11 giugno), è ora in attesa di essere calendarizzato in Aula alla Camera. Il premier Matteo Renzi dopo il via libera a palazzo Madama aveva esultato su twitter scrivendo “un impegno che ho preso da sindaco con famiglie vittime di incidenti: punire l’omicidio stradale. Oggi prima lettura ok Senato #lavoltabuona”.
Con questo provvedimento vengono introdotti e disciplinati i reati di omicidio stradale e di lesioni personali stradali. Con il via libera del ddl, i pirati della strada rischieranno fino a 27 anni di carcere. E’ questa le pena massima prevista per chi guidando in stato di ebbrezza (superando certi valori del tasso alcolemico) o sotto l’effetto di droghe uccide più di una persona e si dà alla fuga. Senza fuga gli anni di carcere sono 18. Se invece la vittima è una, il colpevole rischia fino a 12 anni di carcere, che diventano 18 se fugge dalla scena dell’omicidio. Per quanto riguarda la patente, in caso di omicidio stradale, il ddl prevede una sospensione che può arrivare fino a 30 anni. Bisognerà comunque aspettare alcuni mesi prima di avere notizie più certe, come anche sottolineato qualche settimana fa dal Sottosegretaro alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Luca Lotti. Lotti infatti aveva spiegato che “purtroppo siamo ancora indietro, ma certamente approveremo questa legge entro la fine dell’anno, così come ha promesso il premier”.

Alessandro Moschini

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