Da Luigi di Maio, parlamentare e leader di Insieme per il Futuro, giunge l’ appello a ‘non picconare» il governo’ visto che ‘in questo momento servono serietà e stabilità al Paese’. Ovviamente l’appello è rivolto ai vecchi colleghi pentastellati: ‘Minacciare crisi a giorni alterni non fa che creare problemi al Paese’. Di Maio è, politicamente, su una posizione ultra-governista. La polemica scatenata dall’intervista di De Masi al ‘Fatto Quotidiano’ circa le presunte pressioni di Draghi su Grillo affinché mollasse Conte hanno restituito centralità all‘ex-Avvocato del popolo. L’incontro chiarificatore tra lui e Draghi è fissato per oggi pomeriggio. Il titolare della Farnesina ha bollato tutto come ‘surreale’, collegando il gossip di Marco Travaglio al ‘vertice storico della Nato’. Così come è surreale, aggiunge Di Maio, che ci siano forze politiche che passino il tempo a parlare di se stesse anche nei giorni in cui il governo, al massimo livello, sedeva a un tavolo importantissimo. Faccio un appello, aggiunge, a quelle forze politiche che hanno messo al centro della loro azione la loro crisi di voti. In questo momento non si possono seguire i sondaggi o il calo di consensi. Ovviamente si riferisce ai Cinque Stelle. Si vedranno, come detto, oggi pomeriggio Mario Draghi e Giuseppe Conte. Com’è ormai noto, a scatenare il risentimento di Conte nei confronti del premier è stata l’intervista del sociologo Domenico De Masi al Fatto Quotidiano. Rispondendo, infatti, ad una domanda sui rapporti tra Draghi e Grillo, De Masi riferì di pressioni esercitate dal primo sul secondo affinché appoggiasse la scissione di Luigi Di Maio mollando Conte al suo destino. Che ha già fatto sapere che oggi chiederà anche dei messaggi in chat intercorsi tra Grillo e l’ex-capo della Bce.’È stato proprio Grillo a rivelarmelo’, aveva assicurato il sociologo. Una versione mai smentita dal comico e solo a scoppio ritardato dal premier. Una vicenda incresciosa, rimbalzata fin dentro le stanze del Quirinale dopo che Conte aveva ritenuto cosa buona e giusta sfogarsi con Mattarella contro quel Draghi infilatosi di soppiatto nella crisi di un partito della sua maggioranza. Una scelta che ha trasformato una questione di etichetta istituzionale in una questione politica. Prova ne sia che nella conferenza stampa tenuta dopo il Consiglio dei ministri, il premier ha indirizzato parole al miele a Conte e al suo movimento. ‘Non esiste governo senza 5Stelle, non ci accontentiamo dell’appoggio esterno’. Un tentativo di addolcire il leader pentastellato al fine di ricompattare la maggioranza, già messa a dura a prova dalle tensioni tra Letta e Salvini sullo Ius scholae e sulla cannabis. È di tutta evidenza e Draghi gioca sul velluto. Innanzitutto perché Conte non ha alcuna intenzione di uscire dall’esecutivo e poi perché basta la minaccia di interrompere la legislatura a far rientrare nei ranghi quel che resta del M5S preoccupatissimi di non salvare la pensione legata alla legislatura, leggi mese di ottobre. Tutto, insomma, lascia prevedere che l’incontro di oggi sarà tutt’altro che una resa dei conti.
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