India: coronavirus, superati 332 mila casi, picco potrebbe essere raggiunto a novembre

I casi di coronavirus in India, aggiornati a questa mattina alle 8 (ora di Nuova Delhi), sono saliti a 332.424, con 9.520 decessi e 169.797 pazienti guariti o dimessi dagli ospedali; i casi attivi sono 153.106. Lo ha reso noto il ministero della Sanita’. Tutti i 35 Stati e Territori dell’Unione sono interessati dal contagio: Andamane e Nicobare (38), Andhra Pradesh (6.163), Arunachal Pradesh (91), Assam (4.049), Bihar (6.470), Chandigarh (352), Chhattisgarh (1.662), Dadra e Nagar Haveli e Daman e Diu (36), Nuova Delhi (41.182), Goa (564), Gujarat (23.544), Haryana (7.208), Himachal Pradesh (518), Jammu e Kashmir (5.041), Jharkhand (1.745), Karnataka (7.000), Kerala (2.461), Ladakh (549), Madhya Pradesh (10.802), Maharashtra (107.958), Manipur (458), Meghalaya (44), Mizoram (112), Nagaland (168), Orissa (3.909), Pondicherry (194), Punjab (3.140), Rajasthan (12.694), Sikkim (68), Tamil Nadu (44.661), Telangana (4.974), Tripura (1.076), Uttarakhand (1.819), Uttar Pradesh (13.615) e Bengala Occidentale (11.087). Ci sono 6.972 casi in corso di riassegnazione. Nelle ultime 24 ore sono stati registrati 11.502 nuovi casi e 325 decessi. E’ il terzo giorno consecutivo che l’incremento supera le undicimila unita’.

L’India e’ al quarto posto al mondo per casi, dopo Stati Uniti, Brasile e Russia. Tuttavia, secondo il ministero della Sanita’ e’ molto migliorato il tasso di recupero, passato in due mesi dall’undici al 50 per cento grazie ai progressi nell’identificazione tempestiva dei casi e nella gestione clinica. I laboratori abilitati per i test sono 893, di cui 646 pubblici e 247 privati: a ieri hanno esaminato 5.658.614 tamponi. Il paese conta 234 casi di contagio per milione di abitanti e sette decessi per milione di abitanti. Un nuovo studio della Scuola di salute pubblica dell’Istituto superiore di istruzione e ricerca medica (Pgimer) di Chandigarh, della Scuola di igiene e medicina tropicale di Londra (Lshtm) e del Consiglio indiano della ricerca medica (Icmr) – ancora non sottoposto a revisione paritaria nella comunita’ scientifica – stima che le prime otto settimane di lockdown abbiamo ritardato il picco di 34-76 giorni e ridotto il numero dei casi di una percentuale compresa tra il 69 e il 97 per cento. Il picco dovrebbe essere raggiunto intorno a meta’ novembre.

Il 60 per cento dei casi si concentra in tre Stati/Territori: Maharashtra, Tamil Nadu e Nuova Delhi. Riguardo alla situazione del Territorio della capitale, oggi il ministro dell’Interno, Amit Shah, ha tenuto oggi una riunione con rappresentanti di tutti i partiti, a cominciare dalla principale forza di opposizione, il Congresso nazionale indiano (Inc), che ha insistito sulla necessita’ di estendere a tappeto i test e ha chiesto un sussidio per le famiglie bloccate nelle zone di contenimento. Ieri il ministro dell’Interno, insieme a quello della Sanita’, Harsh Vardhan, ha incontrato il capo del governo di Nuova Delhi, Arvind Kejriwal, e il governatore Anil Baijal per discutere del recente aumento dei casi. All’incontro hanno partecipato anche funzionari dell’Autorita’ statale per la gestione dei disastri (Sdma). Shah ha definito la riunione proficua e ha comunicato che la capitale ricevera’ 500 carrozze ferroviarie riconvertite per l’emergenza che forniranno ottomila posti letto per pazienti Covid-19Â per supplire alle carenze negli ospedali. L’esponente del governo centrale ha anche assicurato forniture di apparecchiature e ha annunciato il raddoppio dei test nei prossimi sei giorni e l’invio di ispettori nelle strutture ospedaliere per controllare l’attuazione di tutte le misure concordate. Il primo ministro, Narendra Modi, si confrontera’ con i capi di governo statali il 16 e 17 giugno.

Il paese e’ stato in lockdown dal 25 marzo al 31 maggio, con varie proroghe e progressivi allentamenti delle misure restrittive. Le ultime linee guida del ministero dell’Interno confermano il blocco delle attivita’ e dei movimenti non essenziali fino al 30 giugno nelle zone di contenimento e prevedono la graduale ripresa di tutte le attivita’ nelle altre, con facolta’ per gli Stati di decidere eventuali restrizioni. Dall’8 giugno (fase 1) hanno potuto riaprire i luoghi di culto, gli alberghi, i ristoranti e i centri commerciali. Successivamente (fase 2), dopo consultazioni con i governi statali, potranno riaprire le scuole e i centri di istruzione; una decisione al riguardo e’ attesa per luglio. Infine (fase 3), sulla base dell’evoluzione della situazione, saranno decise le date di riapertura dei luoghi e di ripresa dei servizi ancora soggetti a blocco: voli aerei internazionali, collegamenti ferroviari metropolitani, cinema, teatri, palestre e altre strutture di intrattenimento, raduni di massa. Non ci sono piu’ restrizioni ai movimenti interstatali delle persone e delle merci, salvo proposte diverse da parte dei singoli Stati sulla base di necessita’ di salute pubblica. Dalle 21 alle 5 resta in vigore un coprifuoco per le persone per le attivita’ non essenziali. Ai soggetti vulnerabili – persone con piu’ di 65 anni, persone affette da diverse patologie, minori di dieci anni e donne incinte – e’ consigliato di continuare a rimanere a casa, salvo che per le necessita’ essenziali.

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