Intervenendo al Parlamento indiano riunito in sessione plenaria, il premier Narendra Modi ha cancellato ogni spiraglio di mediazione sulla riforma del commercio agrario contro la quale i contadini stanno protestando in tutto il Paese da oltre due mesi.
Modi ha invitato gli agricoltori ad interrompere la loro agitazione e a dare una possibilità alla riforma.
Il Premier ha criticato le opposizioni “che cavalcano e fomentano la protesta per interessi politici”.
Modi ha ripetuto che le nuove modalità del commercio lanciate dalla riforma contestata favoriranno i piccoli agricoltori e si è anche scagliato contro “gli agitatori di professione, parassiti che si presentano ad ogni protesta” stigmatizzando “la congiura internazionale di chi critica l’India”.
“Un tempo – ha detto – quando citavamo la sigla FDI, intendevamo dire Foreign Direct Investment, investimenti stranieri diretti; oggi la sigla sta per Foreign Destructive Ideology, ideologia straniera distruttiva”.
Modi ha concluso sostenendo che i riferimenti alla minoranza dei sikh che si batte per la creazione dello Stato indipendente del Khalistan mirano a mettere in cattiva luce tutti i sikh, dei quali, invece, l’intero paese è orgoglioso: “La nazione deve tantissimo alla comunità dei sikh”, ha affermato il premier.