Inferno 1860: un romanzo storico ed attuale

È nato un nuovo scrittore ed un nuovo personaggio!

Dalla penna di Marco Lapegna esce il romanzo “Inferno 1860 – Un noir napoletano” (400 pag. 18 euro – ed. Rogiosi),  il cui protagonista è Gaetano Casagrande, ispettore di primo rango della polizia Borbonica.

È una calda primavera napoletana che tracima in un’estate torrida e piena di colpi di scena per la città e per l’Italia tutta.

La vicenda intera si svolge tra lo sbarco di Garibaldi in Sicilia e l’annessione del Regno delle due Sicilie a quello di Sardegna, pochi mesi decisivi, di confusione e speranze.

Il protagonista, l’ispettore Casagrande, deve risolvere un caso delicato, un duplice omicidio avvenuto in circostanze non facilmente ricostruibili. La giovane e bella sposa del corrotto giudice Sammartino è stata trovata cadavere vicino al corpo, anch’esso senza vita, di una vecchia venditrice di agli e cipolle. Cosa hanno in comune nella vita e nella morte queste due donne? Lapegna conduce sapientemente l’ispettore per una Napoli sconquassata dagli stessi borboni, dalla camorra e dalla povertà, tra moti rivoluzionari, bassifondi e palazzi nobiliari.

I personaggi che dipinge dettagliatamente sono alcuni di fantasia e altri storici, delineati in maniera precisa e verosimile. La psicologia sia dei protagonisti che delle figure secondarie, dalla quale trarre tante e valide considerazioni tra il filosofico ed il sociologico, è complessa e mai accennata. Guappi violenti, principi reazionari, avvocati liberali e emigrati in cerca di un futuro migliore, brave persone e feccia, compongono un racconto corale, narrato sempre in prima persona dall’ispettore Casagrande, che ci rimanda ad un’Italia passata e non ancora unita, ma tristemente attuale nella sostanza.

“Hai idea di quello che fa la maggior parte delle guardie nei commissariati? Chiude un occhio sugli orari di apertura delle cantine e in cambio pretende di bere senza pagare. Altri approfittano dei controlli nei bordelli per estorcere prestazioni alle ragazze o somme di denaro. Ma non solo nei bassi ranghi: lo schifo è a tutti i livelli. […] Il commissario in persona inventava false denunzie e poi ricattava i poveri accusati estorcendo denaro. Potrei continuare così con decine di casi. […] Siamo screditati, siamo allo stesso livello dei peggiori delinquenti.”

Queste le parole dell’ispettore Gaetano Casagrande, servitore dello Stato che, nonostante tutto, continua il suo impegno dalla parte della legge e dei cittadini da tutelare, cercando di far onore ad un’Arma disonorata, collusa con la camorra, forte con i deboli e debole con i forti.

Si staglia la figura di un uomo di cui la moglie è innamorata e di cui si innamorerà anche il lettore. Non è un eroe, solo un poliziotto che con etica cerca di riabilitare la sua divisa tra colleghi usi a soprusi che ricordano tanto quelli di Piacenza.

Il periodare è classico e molto comprensibile, ogni personaggio parla secondo il proprio ceto e con accenni di dialetto per cui non è necessario essere napoletani per comprenderli.

Belle le descrizioni  che rimandano odori a volte fetidi ed erotismo romantico, i riferimenti storici sono  molto precisi e non ci sono buchi narrativi nella scrittura, forse grazie alla razionalitá dovuta agli studi matematici del suo autore che infatti crea un meccanismo giallistico perfettamente funzionante. La storia è avvincente e, pur non essendo un libro disimpegnato, può essere letto agevolmente anche sotto l’ombrellone, anche grazie ad una scelta tipografica con caratteri grandi ed una bella carta pesante. Sul finale i risvolti sono commoventi, da piangere. Vorrei tanto che questo personaggio appena nato continuasse a vivere in una serie di romanzi. In vendita in tutte le librerie e on line.

Barbara Lalle

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