Inferno a Beirut, 137 morti, proseguono le ricerche. L’Ue attiva la protezione civile

 

 

Forte esplosione a Beirut, in Libano. Secondo quanto riportato da Reuters, le detonazioni sarebbero state due nei pressi del porto della capitale libanese. I primi dati relativi al bilancio parlano di più di cento morti e migliaia di feriti. Centinaia di palazzi sono stati danneggiati dalla violenta esplosione, alcuni sono stati distrutti.

Secondo le prime ricostruzioni, l’esplosione sarebbe partita da una nave che trasportava un carico di fuochi d’artificio. E da questa si sarebbe innescata la seconda detonazione in un deposito chimico. Ricostruzione smentita dalle autorità locali che hanno specificato come ad esplodere siano state tonnellate di nitrato di ammonio.

 L’esplosione è legata quindi a 2.750 tonnellate di nitrato di ammonio che erano state confiscate anni fa e che si trovavano in un deposito nei pressi del porto. A causare l’esplosione potrebbero essere stati i lavori di saldatura. Da una scintilla potrebbe essersi scatenato l’inferno. Aria tossica, le autorità invitano a lasciare la città.

 Nelle ore successive le autorità hanno allertato la popolazione residente informando della presenza di sostanze tossiche nell’aria. L’invito è quello a lasciare la città. Intanto in città è stato dichiarato lo stato di emergenza per due settimane.

 Per quanto riguarda il bilancio, si contano più di cento morti e migliaia di feriti. Sono in corso le ricerche dei dispersi con molte persone che in questo momento si trovano sotto le macerie. E tra questi ci dovrebbero essere diversi vigili del fuco con il Governo che ha annunciato il lutto nazionale per la giornata di mercoledì 5 agosto. Al 6 agosto il bilancio parla di 137 morti e cinquemila feriti, con le operazioni di ricerca dei dispersi ancora in corso.

 Tra i feriti anche un militare italiano in modo lieve. Gli altri soldati in missione in quel Paese sono sotto shock ed hanno avuto bisogno delle cure mediche.

La Farnesina si è attivata “per prestare ogni possibile assistenza ai connazionali presenti in Libano e continua a monitorare la situazione“. “Per noi era una normale giornata di lavoro, stavamo preparando tutto ciò che serviva per la prossima attività. I soccorsi sono stati quasi tempestivi nonostante le strade non erano al massimo della praticabilità. È stato bello vedere la colonna del contingente italiano di Unifil quando sono venuti a prenderci. Siamo arrivati in base verso l’alba, vedere l’alba è l’inizio di un nuovo giorno”.

⁣⁣ Nella capitale libanese Beirut si sono verificate due potenti esplosioni. La gente è scesa in strada, ci sono decine di morti e centinaia di feriti sotto le macerie. Ma il bilancio è ancora provvisorio. Le immagini mostrano una grande nuvola rossa che incombe sul centro della città. Le esplosioni sono state avvertite anche a Cipro, a 200 chilometri dal porto della capitale libanese.

Oltre 300 mila persone sono rimaste senza casa, ha detto il governatore della città precisando che, secondo una prima stima, i danni materiali ammontano a oltre tre miliardi di dollari. Lo scoppio ha causato gravi danni in circa la metà del territorio cittadino.

“La Ue ha attivato il meccanismo di protezione civile in seguito alla richiesta delle autorità libanesi, e coordinerà l’invio urgente di 100 pompieri altamente qualificati, con veicoli, cani ed attrezzature specializzati nella ricerca e salvataggio in zone urbane. Lavoreranno con le autorità libanesi per salvare vite”, ha annunciato il commissario alla gestione delle crisi, Janez Lenarcic. 

È “un appello agli Stati del mondo” quello che il card. Bechara Boutros Rai, patriarca d’Antiochia e di tutto l’Oriente, presidente dell’Assemblea dei patriarchi e vescovi cattolici del Libano, lancia all’indomani della “misteriosa esplosione” che ha squarciato la capitale Beirut. “Beirut è una città devastata – scrive il cardinale nel suo appello inviato al Sir – è una catastrofe”. Il patriarca maronita parla di “una scena di guerra senza guerra”. Il cardinale libanese si rivolge a tutti gli Stati del mondo “per fornire aiuti immediati necessari a salvare la città di Beirut”.

 

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