L’Istat ha diffuso i dati provvisori sull’indice dei prezzi al consumo relativo al mese di febbraio 2017. Secondo l’Istituto nazionale di statistica a fLebbraio l’inflazione ha registrato un incremento dello 0,3% rispetto al mese precedente e dell’1,5% nei confronti di febbraio 2016 (a gennaio era +1,0%).
Quando si misura l’incremento medio dei prezzi viene attribuito un peso maggiore alle variazioni che riguardano beni e servizi per i quali i consumatori spendono di più (l’energia elettrica, per esempio) rispetto a voci di spesa meno importanti (quali lo zucchero o i francobolli).
Come si legge sul sito della Banca Centrale Europea, nel calcolo dell’inflazione si tiene conto di tutti i beni e servizi consumati dalle famiglie, fra i quali troviamo:
– generi di uso quotidiano (alimentari, giornali, benzina, ecc.)
– beni durevoli (capi di abbigliamento, computer, lavatrici, ecc.)
– servizi (affitto dell’abitazione, servizi di parrucchiere, assicurazioni, ecc.)
Tutti i beni e servizi consumati dalle famiglie nell’arco dell’anno vengono inclusi nel cosiddetto ‘paniere’. Ogni voce di spesa ha un prezzo che può variare nel tempo. Il tasso di inflazione sui 12 mesi corrisponde al prezzo complessivo del paniere in un determinato mese rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Il fenomeno opposto all’inflazione è la deflazione, che descrive una diminuzione del livello generale dei prezzi e non va confusa con la con la disinflazione, la quale corrisponde semplicemente a un rallentamento del tasso di inflazione.