Una nave tunisina di una società di gas, che ha recuperato a bordo una quarantina di migranti, è bloccata al largo delle coste tunisine. Ma la Tunisia, l’Italia e Malta avrebbero chiuso i porti ai profughi. La denuncia arriva dal portale europeo sulle rotte dei profughi, InfoMigrants. La nave, in mare da giorni, spiega il portale, che è in contatto con un membro dell’equipaggio, “non è stata autorizzata a sbarcare sulla terra ferma”. “La Tunisia, l’Italia e Malta – scrivono – rifiutano di accoglierli sul loro suolo”. E a bordo ci sarebbe un uomo ferito ed una donna incinta di sei mesi che hanno bisogno di cure sanitarie e si rischierebbe una ennesima catastrofe umanitaria perché le scorte di cibo saranno esaurite entro due giorni.
La denuncia di InfoMigrants è confermata dal Forum tunisino per i diritti economici e sociali (FTDES), un’associazione che aiuta in particolare i migranti. “La Tunisia – ha spiegato un membro del Forum al portale – si rifiuta di accogliere questi migranti bloccati in mare perché non vuole diventare un riferimento di ‘porto sicuro’ per gli Stati europei”. “Dalla chiusura dei porti italiani e maltesi alle navi umanitarie – scrive ancora InfoMigrants -, altri paesi del Mar Mediterraneo (Francia, Tunisia, Marocco) temono di diventare una zona di atterraggio e di affrontare un massiccio afflusso di migranti”.
Secondo InfoMigrants, la scorsa settimana una barca di 40 migranti provenienti da Egitto, Mali, Nigeria e Bangladesh è partita dalla Libia per cercare di raggiungere l’Europa. Dopo cinque giorni di navigazione senza mangiare o bere, i migranti sono andati alla deriva a causa di un motore in avaria nei pressi di una piattaforma metanifera al largo della costa tunisina. I dipendenti della compagnia tunisina Miskar – che gestisce la piattaforma – hanno quindi avvistato l’imbarcazione e avviato i soccorsi per mezzo di una delle navi di rifornimento, la “Sarost 5”.