Alessia Morano, sottosegretaria al Mise e esponente dem, ha scritto su Twitter a quali partiti appartengono i cinque parlamentari furbetti che hanno usufruito del bonus per le partite Iva da 600 euro.
“I parlamentari che hanno chiesto l’indennità da 600euro sarebbero 3 leghisti, uno di Italia Viva e uno del M5S. Cosa aspettano a dimettersi? L’istituzione in cui siedono merita rispetto: è il tempio della democrazia. Se ne vadano immediatamente!”. Matteo Salvini taglia corto: “Chiunque siano, espulsione immediata”.
A Montecitorio si è ufficialmente aperta la caccia ai 5 ‘furbetti’ del bonus. Unanime lo sdegno espresso dai principali esponenti delle forze politiche che siedono in Parlamento. Ma, almeno per ora, nessuna traccia dei nomi, coperti dalla legge sulla privacy.
I cinque ‘furbetti di Montecitorio’, tutti i possessori di partita Iva, liberi professionisti co.co.co, oltre ad alcune categorie di autonomi, avevano diritto di accedere all’indennità. L’Inps non fa ovviamente i nomi dei cinque ma sui social c’è già chi chiede al presidente Roberto Fico di rendere note le identità dei deputati.
“La Repubblica parla di 5 parlamentari, di 5 poveri furbetti che durante la pandemia hanno avuto il coraggio di avanzare richiesta allo Stato per avere il bonus di 600 euro riservato ai lavoratori autonomi e alle partite Iva in difficoltà. Evidentemente non gli bastavano i quasi 13mila euro netti di stipendio al mese, non gli bastavano tutti i benefit e privilegi di cui già godono. È vergognoso. È davvero indecente”, scrive Luigi Di Maio su Fb. “I nomi di queste 5 persone sono coperti dalla legge sulla privacy. Bene, siano loro allora ad avere il coraggio di uscire allo scoperto. Chiedano scusa agli italiani, restituiscano i soldi e si dimettano, se in corpo gli è rimasto ancora un briciolo di pudore”, aggiunge specificando che “non in importa di quale forza politica” siano. “Sono coperti dalla legge sulla privacy, ma gli italiani hanno il diritto di sapere chi sono. Fuori i nomi. E se serve assumiamo ogni tipo di iniziativa parlamentare”, ha scritto in serata su facebook il ministro degli Esteri Di Maio.
“Che un parlamentare chieda i 600 euro destinati alle partite Iva in difficoltà è una vergogna. Che un decreto del governo lo permetta è una vergogna. Che l’Inps (che non ha ancora pagato la cassa integrazione a migliaia di lavoratori) abbia dato quei soldi è una vergogna. In qualunque Paese al mondo, tutti costoro si dimetterebbero”, ha detto il leader della Lega Matteo Salvini.
“Chiunque siano, immediata sospensione” chiede il leader della Lega.
Anche Forza Italia stigmatizza la vicenda con la vicepresidente della Camera Mara Carfagna, che parla di sistema bonus “sbagliato” perché “permette di richiedere e ricevere un sussidio anche a chi non ne ha assolutamente necessità”. Critiche al presidente dell’Inps Pasquale Tridico arrivano anche dal deputato di Italia Viva Michele Anzaldi: “Mandi una comunicazione ufficiale, faccia una conferenza stampa insieme al governo aperta a tutti i giornalisti, dica quale è il buco nella legge e quanti redditi alti hanno percepito il bonus, invece di sparare nel mucchio gettando discredito sull’intero Parlamento”.