Insegnare la prevenzione: per 1.600 studenti delle elementari la chiave è imparare divertendosi

Quanto è importante che dalla preadolescenza si comprenda l’importanza del vivere sano? E chi ha detto che parlare di salute all’interno delle scuole primarie non possa superare la naturale barriera del disinteresse giovanile? Lo hanno detto loro, gli alunni di tutta Italia ai qualiFondazione ANT, grazie al sostegno del laboratorio dermatologico Rilastil, ha portato, nel corso dei dodici mesi passati, il tema della prevenzione oncologica. Il risultato del questionario somministrato agli studenti delle 86 classi quinte delle 50 scuole primarie del Paese, che hanno preso parte al progetto di sensibilizzazione sulla salute della pelle dal titolo ‘Prevenzione da 10 e Lode”, ha confermato l’effetto positivo dell’iniziativa. Soprattutto per la quota di ragazzi che ha dichiarato una crescita della consapevolezza dei rischi della sovraesposizione al sole e della scarsa cura dell’epitelio.

L’iniziativa ha previsto un incontro in aula di due ore con lo psicologo ANT sul tema della prevenzione e cura della pelle e, in seguito, un invito alla creatività per la realizzazione da parte del gruppo classe di un elaborato (grafico o multimediale) sul tema trattato in aula. E tanto è bastato, tra la stimolazione alla riflessione e il successivo invito a produrre un lavoro originale, per vedere i frutti dell’iniziativa. Sullo sfondo piuttosto fosco, peraltro, del preoccupante incremento in età giovanile di patologie della pelle come il melanoma. Se solo pochi anni fa il melanoma era considerato una neoplasia rara, addirittura rarissima tra gli adolescenti, negli ultimi 20 anni l’incidenza è infatti aumentata di oltre il 4% all’anno nei giovani di entrambi i sessi. Fino a farlo diventare uno dei principali tumori che insorgono in giovane età e a costituire attualmente, in Italia, il terzo tumore più diffuso al di sotto dei 50 anni.

Ma, nello specifico, che cosa ci hanno fatto capire questi bambini tanto attenti e motivati? Innanzitutto, ci hanno confermato come il divertimento e la creatività siano le chiavi per presentare temi importanti come quello della prevenzione anche ai più piccoli. Se alla fine del progetto  (su un totale di 2.768 questionari) la preferenza “ho imparato tante cose nuove” si assesta all’82% delle risposte, la percentuale di alunni che indica di “aver partecipato divertendosi” aumenta dal 38% al 45%. E, tra l’altro, pare sia incrementata anche la curiosità sui “comportamenti di protezione della nostra pelle”, ora all’attenzione del 37% dei ragazzi (prima del progetto era interessato il 23%). In generale, poi, nella domanda “Che cos’è la salute secondo te?”, chi aveva individuato la risposta più appropriata già prima del percorso didattico (80%) è cresciuto di numero (ora è l’89%). Confermando, così, la diffusione di un concetto di salute globale tra gli studenti.

Se si parla specificamente di nuove conoscenze, invece, quesiti come “Sai da cosa possiamo riconoscere i diversi fototipi?”, che a monte vedevano il 41% dei bambini rispondere “Non so”, a valle vedono crollare questa percentuale al 3%. Infine, dato il focus sul melanoma del programma didattico appena concluso, vale la pena di notare come alla domanda “D’estate, come proteggi la pelle dal sole che scotta?” sia salita dal 91% al 94% la quota di chi indicava che la pelle va protetta con la crema solare. Inoltre, è aumentata (dal 14% al 47%) la percentuale di risposte che suggeriscono l’utilizzo di indumenti e accessori protettivi come maglietta, cappello e occhiali da sole per proteggersi dal sole. E, come se non bastasse, i bambini hanno anche imparato l’importanza di ripararsi all’ombra durante le ore più calde, visto che la risposta “Rimanendo all’ombra nelle ore più calde” passa dal 33% al 51%.

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