L’iniziativa di un ristoratore del Cremonese che nella sua pizzeria ha esposto una bolletta da 4mila euro
All’entrata della pizzeria ha esposto la bolletta della luce per giustificare il prezzo di 10 euro della sua pizza margherita. Quella del titolare della “Funky Gallo” di Roncadello, piccola frazione di Casalmaggiore, nel Cremonese, era solo una provocazione, ma ha colto nel segno. L’originale protesta ha scatenato il dibattito tra i ristoratori, costretti ad alzare i prezzi a causa dei rialzi sull’energia che hanno fatto impennare tutti i costi.
Insieme al conto della pizza anche la bolletta: la protesta
“Quando le spese diventano insostenibili. Meglio mettere la pizza margherita a 10 euro e passare da ladro, oppure chiudere l’attività?” È stato questo il dilemma di Alberto Rovati che nella sua pizzeria ha sempre tenuto dei prezzi più bassi rispetto alla media. Allegata al cartello in bella vista la bolletta da 4mila per il solo mese di luglio.
“La bolletta dell’energia elettrica mi è arrivata domenica scorsa: la sera stessa ho deciso di esporla – ha spiegato Alberto Rovati al Corriere della Sera – Non l’ho certo fatto per spaventare i clienti, dato che loro sono affezionati e credo che arriveranno ancora. Ma per essere molto trasparente. E per lanciare una forte protesta: così non si va avanti“.
Il ristoratore cremonese ha messo a paragone i 1.350 euro spesi per l’elettricità nello stesso mese di un anno fa con i 4mila di luglio 2022, sottolineando il rincaro del 300% in bolletta in soli 12 mesi.
Ma anche rispetto al mese prima, quando era già rimasto sorpreso dall’importo della bolletta particolarmente alto, Rovati ha notato un’impennata del costo della luce di quasi il doppio.
“Ho esposto la bolletta della luce perché è la più eclatante – ha aggiunto – Poi ci sono gas e tutte le forniture essenziali. E soprattutto ci sono le materie prime: olio, grano, tutto quello che serve per fare funzionare una pizzeria-ristorante come la nostra. Abbiamo fatto un rapido calcolo: se prima potevamo servire una margherita a 5-6 euro, adesso dobbiamo passare al rialzo. Siamo costretti. L’alternativa è chiudere l’attività”.
Insieme al conto della pizza anche la bolletta: il dibattito
La provocazione di Rovati ha fatto scalpore perché emblematica di una difficoltà che stanno vivendo molti ristoratori: “La pizza è un piatto popolare, 10 euro mi sembra un prezzo altissimo perché credo di pagare solo la materia prima. Ma non è così” ha spiegato al Corriere, Lino Stoppani, presidente di Epam, l’associazione provinciale milanese pubblici esercizi.
A pesare sui prodotti anche i costi dell’energia, della manodopera, dell’affitto che, per il momento, spiega ancora Stoppani “gravano sul bilancio dei pubblici esercizi e non incidono in modo influente sul prezzo finale al pubblico” sostiene Stoppani riportando i dati elaborati da Fipe, la Federazione italiana dei pubblici esercizi, secondo i quali “nel mese di luglio l’indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic) registra un aumento dello 0,4% su base mensile e del 7,9% su base annua (da +8,0% del mese precedente). L’inflazione acquisita per il 2022 è pari a +6,7%. La dinamica dei prezzi nel settore della ristorazione si attesta a luglio al 4,8%, ben al di sotto dell’inflazione generale e di quella dei servizi ricettivi (+12,6%)”.