“Insolite sparizioni” di Marino Milella

Se esiste un modo per “addolcire la pillola” quando si tratta di descrivere un mondo ipocrita e corrotto, questo lo si trova sicuramente attraverso l’uso della satira. Un espediente ben utilizzato da Marino Milella nel suo romanzo Insolite sparizioni.

Edito Clinamen e appartenente alla collana Il Diforano, Insolite sparizioni è una denuncia non tanto velata della società attuale, o almeno di una parte di essa.

A finire sotto accusa in questo romanzo è la categoria degli uomini di potere, più precisamente quella composta da banchieri, politici ed ecclesiastici che, ebbri della loro egemonia, si appropriano del diritto di corrompere e frodare a loro piacimento. Il tutto sempre accompagnato da figure femminili altrettanto viziose che completano un quadro disincantato di un estratto marcio della società.

Ma ci sono diversi modi di raccontare una storia e Marino Milella decide di farlo con un’eleganza che ben si oppone ai depravati eventi che sta invece narrando. Ironia e sarcasmo la fanno da padrone in questo sferzante estratto societario in cui nomi e cariche fittizie danno vita a persone e situazioni decisamente reali.

«Nessun ritrovamento, per quanto verissimo, non domandarmi il senso di questo superlativo, riuscirà a intaccare le fandonie favole bubbole frottole di politici preti e padroni.»

Trama

Giulio della Notte viene incaricato dal suo capo di volare in Argentina per portare un’ingente somma di denaro destinata ad un politico, a loro favorevole, candidato alle prossime elezioni. Il tutto con lo scopo di guadagnare favoritismi e appoggio per una propria base in sud America.

Data la non legalità della transazione, portare questi soldi implicherà l’utilizzo di mezzi e vie trasverse di dubbia moralità.

Giulio inizia quindi un viaggio che lo porterà ad affrontare diverse situazioni al limite, incontrare personaggi altrettanto corrotti e ritrovarsi invischiato in un gioco di potere intricato e mutevole.

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Insolite sparizioni

  • Milella, Marino (Autore)

La riuscita o meno della missione di Giulio dipenderà non tanto dalle capacità personali, quanto dalla fitta rete di conoscenze.

Con tutti disposti a corrompere e imbrogliare per guadagnarci qualcosa, bisognerà solo capire a chi affidarsi (pagando) o da chi guardarsi le spalle.

Nel frattempo, la moglie di Giulio, Vinnia, rimasta come sempre a Roma ad attendere il ritorno del marito, inizia ad allontanarsi quasi inconsapevolmente dalla figura di moglie devota sempre in attesa. Tra incontri, viaggi inaspettati e piccoli incidenti, questa volta Vinnia non sarà a casa quando Giulio farà finalmente ritorno.

«Nel sacco degli avidi elenca politici, ecclesiastici, imprenditori e ladri; gli inutili prendono soldi per lavorare al servizio di questi; infine gli eroi non sono utili a se stessi ma sono stimati, insegnano, fanno scoperte importanti e di solito muoiono in guerra o in miseria, affogati tra i computer o seppelliti dai libri di biblioteche con odore di muffa.»

Recensione

Cercando di delineare la categoria di appartenenza di Insolite sparizioni, questa potrebbe rientrare in un noir atipico. Come indicato dalla descrizione generale del romanzo, infatti, l’opera è pur sempre un giallo con qualche sparizione e mistero da svelare, ma senza “spari, sangue e morti”.

Il punto focale del romanzo è il ritratto della nostra società e per farlo lo scrittore si avvale di diversi elementi. Oltre il sarcasmo, di cui è impregnata tutta l’opera, la presentazione che viene fornita è quella di una realtà sempre di fretta dove spiccano pazienza zero e attenzione nulla e dove l’unico focus sono i propri interessi.

Protagonisti di questo amorale modo di vivere sono figure non ben definite che si avvalgono di nomi generalisti. Un fattore chiave nel modo di scrivere il romanzo da parte di Milella che rende ancora più fine l’ironia: senza nomi e senza volti, questi individui dissoluti e corrotti possono riferirsi infatti a chiunque.

Ecco quindi che personaggi come “Ministro amico”, “Cardinale”, “Conte consigliere” e “Omino superiore” assumono il ruolo di un Innominato qualsiasi (ma senza conversione finale) lasciando un’idea vaga delle loro figure facilmente modellabili su personaggi reali a seconda dell’esigenza.

A favorire questo racconto satirico è anche il linguaggio usato da Milella. La scrittura appare infatti quasi nevrotica, caratterizzata da un guazzabuglio di dialoghi e conversazioni surreali. I personaggi di Insolite sparizioni saranno anche funzionari ipocriti e corrotti, ma questo non li frena certo dall’essere schiavi di turbinii mentali estenuanti.

Tutti elementi che rendono il testo dinamico e sempre saturo di eventi e situazioni: un’esagerazione spropositata che sottolinea ancora di più la riuscita satirica del romanzo.

«Inviato Illustrissimo fa spallucce: l’appello sarà respinto, Giudice gliel’ha giurato. Giudice ha tanti amici alla Corte di Appello e al momento opportuno dividerà il regalino con loro. Il resto lo terrà per la famiglia, che, a suo dire, è il bene più prezioso ricevuto in dono dal cielo.»

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