Interpelli a pagamento, De Lise (commercialisti): grave errore, serve confronto con Agenzia delle Entrate

“Rendere l’interpello, istanza che il contribuente rivolge all’Agenzia delle Entrate per ottenere chiarimenti prima di attuare un comportamento fiscalmente rilevante, una “consulenza a pagamento” è un grave errore. Comprendiamo l’esigenza di contenere l’elevato numero di interpelli che giungono all’attenzione dell’amministrazione finanziaria, ma in questo modo si va a snaturare completamente il senso di uno strumento che negli anni si è rivelato molto utile per cittadini e professionisti”. Lo afferma Matteo De Lise, presidente dell’Unione Nazionale Giovani Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili.

De Lise evidenzia come lasci perplessi anche “l’introduzione, nel nuovo modello di Dichiarazione dei redditi 2023, del nuovo rigo: RU150 – Titolare Effettivo. Si tratta dell’ennesima potenziale duplicazione di informazioni che la Pubblica Amministrazione avrà richiesto, in diversi modi, ai beneficiari dei fondi. Si tratta di un vero e proprio blitz ai danni dei contribuenti e degli intermediari, chiamati a riportare, in un contesto di incertezze e dubbi sulla liceità dello strumento, informazioni volte ad accertare rispettivamente «la titolarità effettiva dei destinatari dei fondi e il rispetto del principio di divieto di doppio finanziamento»”.

Per De Lise “l’amministrazione finanziaria non ha ben compreso che gli interessi da tutelare sono molteplici e, tra questi, proprio quelli dei titolari effettivi. L’interesse pubblico al disvelamento dei dati dei titolari effettivi deve infatti essere contemperato con quello alla riservatezza di questi ultimi. L’auspicio è che nel corso del 60° Congresso Ungdcec, i prossimi 27 e 28 aprile a Palermo, si possa mettere in atto un confronto costruttivo con le istituzioni e l’Agenzia delle Entrate su tutti questi argomenti”.

Per Carlo De Luca e Francesco Savio (consiglieri nazionali Ungdcec) “il Registro dei Titolari Effettivi, strumento già operativo in molti Paesi Membri, potrebbe essere una possibile soluzione al rischio di riciclaggio e finanziamento del terrorismo che gravano sul mercato interno e relativi alle attività transfrontaliere. L’Italia ha recepito le indicazioni dell’Unione Europea sull’istituzione del Registro lo scorso anno: ma per l’operatività mancano ancora alcuni ulteriori decreti attuativi. La nostra convinzione è che il Registro dei Titolari Effettivi, così come attualmente disciplinato, non può trovare luce. Anche perché, come ribadito dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea, il diritto alla protezione dei dati personali e alla tutela della vita privata e familiare prevale sull’obiettivo di interesse generale di prevenzione del riciclaggio di denaro e del finanziamento del terrorismo”.

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