Interrogazione senatoriale e riapertura del reparto di ‘Riabilitazione Neurologica’ nel Policlinico di Messina…

Scriviamo questo articolo che segue quello pubblicato ieri (Bagarre politico ospedaliera sulla quale è necessario fare chiarezza…) partendo da questa considerazione fatta dall’On. Navarra: ‘Da qualunque parte vengano gli attacchi (alla Nemo Sud) sono il frutto di una odiosa sottocultura, intrisa di invidie e complessi di inferiorità, che si scaglia contro ciò che funziona’. A chi scrive,  e a chi legge,  non sfugge la mission del Centro Clinico ‘Nemo Sud’, né la professionalità di quanti vi lavorino con grande spirito di abnegazione. A chi scrive non sfugge che il ‘modello’ Nemo che nel 2013 ha portato alla nascita a Messina del ‘Nemo Sud’ è lo stesso, identico modello,  che ha portato all’istituzione dei Centri clinici Nemo in tutta Italia (ovvero Fondazione Aurora, associazioni dei pazienti in sinergia con Policlinici ed Enti pubblici). Nel 2008 è nato il primo Centro Nemo, all’interno dell’ospedale Niguarda a Milano. Nel 2010 il Nemo di Arenzano, all’interno dell’ospedale La Colletta (ed oltre alle sinergie di cui sopra si aggiungono la Regione Liguria e l’Asl3 di Genova). A Roma, all’interno del Policlinico Gemelli, nel 2015 è nato un altro ‘Centro Nemo’ con le stesse modalità di convenzione. Dalla nascita del ‘Nemo Sud’ a Messina la mobilità dei pazienti è stata invertita e non solo i pazienti siciliani non devono più migrare, ma dalla Calabria, Campania, Puglia, è in corso un costante aumento di pazienti verso Messina. Non sfugge che la ‘Nemo Sud’ si occupa tra l’altro, di persone affette da malattie neuromuscolari, come la Sla e la Sma. Non sfugge che la ‘Nemo Sud’ ha l’esclusiva al Sud di un farmaco innovativo sulla Sma.  Ieri nel nostro articolo abbiamo sottolineato che i senatori firmatari dell’interrogazione sottolineavano in apertura che:

…nel luglio 2009, i vertici dell’azienda ospedaliera universitaria del policlinico “G. Martino” di Messina hanno provveduto ad azzerare i 18 posti letto della riabilitazione aziendale, disattendendo le indicazioni dell’Assessorato regionale per la salute che ne prevedevano, al contrario, un potenziamento;

non potendo contare sui rimborsi regionali previsti per i ricoveri riabilitativi, la riabilitazione aziendale ha così sofferto un consistente deficit annuale (fino a 900.000 euro annui), con conseguente penalizzazione del corretto percorso assistenziale dei pazienti con gravi disabilità, crollo del livello qualitativo del percorso formativo degli studenti e medici specializzandi, nonché vulnus alla professionalità accademica dei docenti afferenti al settore MED 34-medicina fisica e riabilitativa, fino a vedersi negare nel 2017 l’accreditamento della scuola di specializzazione da parte del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca.

Il seguito era posto in misura secondaria.

Ho raccolto la testimonianza di chi fu ricoverato al Policlinico di Messina per un aneurisma cerebrale, successivo ad emorragia subaracnoidea. Il signore, R. C. che si trovava a Taormina il 31 dicembre 2005, fu colpito da un forte malessere,  e chi lo accompagnava scoprì che non si rianimava, vomitava e bagnava il letto con  liquido urinario. Intervenne un medico che gli somministrò una fiala di Plasil. Continuava a stare male e fu chiesto all’ospedale di Taormina di intervenire. Il medico e l’infermiere capirono che si trattava di un aneurisma e lo portavano via in barella,  non disteso ma all’impiedi. Era i primo gennaio 2006. Fu trasferito al Policlinico di Messina e amici cari rintracciarono il Professore Francesco TomaselloOrdinario di neurochirurgica, neurochirurgo di fama internazionale e Magnifico Rettore dell’Università di Messina. Parlare di Tomasello come capacità di neurochirurgo in ambito medico  si assisterà ad una semplicissima,   rigorosa e obbligatoria,  alzata di mani. A chi lo accompagnava in ospedale fece presente che si trovava di fronte ad un caso limite. L’intervento durò sette ore e si concluse con un felice esito grazie ad una placca di titanio inserita nella parte sinistra della testa. L’aneurisma colpì a sinistra e, ovviamente, portò danni alla parte destra del corpo del paziente, leggi braccio, mano e gamba. Il paziente restò venti giorni in coma farmacologico al reparto di riabilitazione neurologica. Solo dopo essere trasferito in corsia avvertì che mano e gamba si ritiravano.  Specifico che un aneurisma cerebrale si conclude il più delle volte con la morte,  o si assiste a una sopravvivenza, riportando gravissimi danni. Il paziente di cui parliamo fu trasferito nel reparto di riabilitazione neurologica del Professore Ordinario,  Roberto Dattola, Il reparto era con una unità operativa  afferente al Dipartimento di Neuroscienze. Erogava prestazioni di Riabilitazione intensiva, di Riabilitazione per gravi cerebrolesioni acquisite, di Rieducazione neuromotoria, di Rieducazione motoria, di Rieducazione logopedica e delle funzioni cognitive superiori. Facevano parte dell’equipe dell’unità operativa la  Prof. Alice  Baradello e la Dott.ssa Tisano Adriana. Il reparto era allocato al secondo piano del padiglione E. L’unità operativa era composta da due dirigenti aziendali, caposala, personale infermieristico, logopedista e altro. Il reparto era dotato di 18 posti letto. Sempre perfettamente in ordine, pulizia impeccabile, con la Prof. Baradello che seguiva tutti i pazienti passo dopo passo. Il paziente che mi racconta questo la chiama ancora oggi ‘Il Colonnello Baradello’,  ricordando che non voleva assumere farmaci indispensabili e la Baradello aveva trovato il modo di farli assumere con un escamotage. Era vero perché una volta uscito e tornato nella sua città smise di assumerli. Risultato e conseguenza: crisi epilettiche secondarie. Fu visitato da un altro neurologo della sua città che vedendo la Tac affermò: ‘Lei non si rende conto di come stava, ora è all’impiedi, non ha difficoltà cognitive o altro, non le resta che ringraziare il Professore Francesco Tomasello e le persone che la hanno seguita successivamente all’intervento. Il paziente di cui scriviamo nella sua città d’origine proseguì  con un breve ricovero e sedute di fisioterapia. Parliamo del reparto di riabilitazione  neurologica che nel luglio del 2009 i vertici aziendali azzerarono,  con  i 18 posti letto.  Parliamo della Delibera del Commissario Straordinario n° 417 del 29/04/2009. L’azienda procedeva a effettuare un a prima rimodulazione dell’assetto organizzativo dell’A.O.U. con deliberazione che prevedeva nell’ambito del DAI di Medicine Specialistiche venisse attivata una U.O.C. di medicina fisica e Riabilitativa,  e Medicina dello Sport, dotata di 32 posti letto. Posti letto confermati nei successivi atti aziendali dell’AOU. Nel 2018 sembrava che si apriva uno spiraglio per la riapertura del reparto di riabilitazione neurologica. Il reparto doveva essere allocato al quinto piano del padiglione E, cosa non avvenuta perché era oggettivamente impossibile per mancanza di riferimenti tecnici indispensabili. Molti confidano,  e sperano,  che a seguito di questi nuovi eventi il Ministro della Sanità, Giulia Grillo, valuti con attenzione e diponibilità la riapertura del Reparto di Riabilitazione neurologica presso il Policlinico di Messina. Nessuno desidera che questo avvenga  ‘obtorto collo’,  ma che questo avvenga perché necessario alla struttura ospedaliera del Policlinico di Messina. Auguriamo, al contempo, futuri e dovuti successi alla ‘Nemo Sud’.

Roberto Cristiano

 

(FINE)

 

 

 

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