Interrotto l’accesso a internet, imposta legge marziale: l’ascesa brutale dei golpisti del Myanmar

Dopo la giornata più sanguinosa dall’inizio delle proteste, con un numero di morti imprecisato, i militari hanno bloccato di nuovo la trasmissione dati tramite cellulare in tutto il Paese. Ancora più pesante è la legge marziale in vigore in due zone di Yangon dopo l’attacco ad alcune aziende cinesi. In un vortice di violenza senza fine i militari, che attualmente detengono il potere in Myanmar, continuano la loro ascesa inasprendo misure contro gli antagonisti e giustificando la presa di potere con l’accusa di brogli diffusi alle elezioni di novembre, che il partito della Lega Nazionale per la Democrazia (NLD) di Suu Kyi ha vinto con una valanga di voti. E per la mancanza di internet è stata rinviata la teleconferenza del processo contro la leader birmana, ha annunciato l’avvocato del Premio Nobel per la pace che dovrà difendersi da quattro capi di imputazione.

Internet
“La maggior parte degli utenti dipende dai telefoni cellulari nel lavoro quotidiano e nelle proteste”, sottolinea Netblocks, che monitora i blackout di Internet nel mondo. Le interruzioni notturne di Internet sono diventate abituali dopo il golpe, ma di solito la connessione torna la mattina sia per il Wi-Fi sia per i dati dei cellulari. Ora la mancanza di connessione è stata confermata da diversi utenti su Twitter, per esempio l’attrice e attivista May Toe Khine si è lamentata della difficoltà di reperire notizie dai partecipanti alle proteste.
 
La legge marziale
La Giunta militare golpista in Myanmar ha imposto la legge marziale in due zone della capitale Yangon dopo la domenica di sangue. Non è chiaro il numero dei morti che potrebbe superare centro manifestanti. Si tratta in particolare della borgata di Hlaingthaya e della vicina Shwepyitha, centri industriali e sede di fabbriche di abbigliamento oramai impoveriti cui sarebbero state prese di mira alcune aziende cinesi. Alcuni manifestanti ritengono che la Cina sia d’accordo con i militari che hanno impedito l’insediamento di Aung San Suu Kyi.

E intanto il governo ombra chiede ai manifestanti di non mollare. La Birmania tra attraversando “il suo momento più oscuro” e la protesta contro il colpo di stato, vicina alla settima settimana, deve continuare all’insegna dell’unità: è l’appello di quello che oramai è definito parlamento ‘ombra’ (Conosciuto come comitato rappresentativo del blocco di governo – Crph) formato da deputati legittimamente eletti prima della presa del potere da parte dei militari. “Questo è il momento più buio della nazione e la luce prima dell’alba è vicina”, ha detto Mahn Win Khaing Than in un video pubblicato su Facebook. “Questo è anche un momento che mette alla prova i nostri cittadini per vedere fino a che punto possiamo resistere a questi tempi bui”, ha aggiunto l’alto dirigente un tempo portavoce della camera durante la precedente amministrazione di Suu Kyi.

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