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Ottanta aziende, banche e istituzioni hanno accompagnato Carlo Calenda, viceministro per lo sviluppo economico, a Cuba per un Forum economico bilaterale organizzato con Confindustria, Ice, Abi, Alleanza delle cooperative e Unioncamere. Presente al Forum il sottosegretario agli Esteri Mario Giro. Cuba è al giro di boa dopo 50 anni di embargo da parte degli Usa e apre le porte agli investimenti esteri. Parlando di Cuba sorge spontaneo pensare a rhum e sigari e l’Italia è tra i primi al mondo nel settore dei macchinari per le bevande ed è in possesso del know how necessario per quel che concerne i sigari. Calenda è assolutamente certo che a Cuba si apriranno per l’Italia nuove rotte per il business: “Dalla filiera per l’allevamento e la lavorazione per le carni, alla produzione di scarpe, dal turismo alle infrastrutture fino all’ambito culturale, sono le direttrici su cui possiamo costruire progetti di lunga durata”. La collaborazione tra i due paesi può contare su un plafond di 80 milioni, fondo rotativo nato dall’accordo tra Intesa San Paolo e Sace per supportare i contratti commerciali del valore massimo di 5 milioni. L’interscambio commerciale tra Italia e Cuba è oggi a 300 milioni di euro, ed è destinato a salire vertiginosamente puntando sulle eccellenze del Made in Italy. A ottobre, con l’arrivo del premier Matteo Renzi, dovrebbe concludersi l’accordo per un parco eolico che dovrebbe essere realizzato da Enel Green Power. Sotto la guida di Raul Castro è partito il progetto di riforme che a marzo ha varato la Ley de Inversion Extrajera, piano per promuovere l’ingresso di capitali stranieri a colpi di incentivi fiscali. L’Italia ha già avviato un progetto del valore di 670 mila euro, finanziato dalla cooperazione internazionale per ristrutturare alcuni edifici storici a Santiago de Cuba. Durante il Forum è stato siglato un accordo per 20 borse di studio che consentiranno ai giovani cubani di venire a studiare nelle scuole di restauro italiane.
Cocis
