The UN's special envoy on Libya Martin Kobler delivers a speech during a meeting in the headquarter of Italian news agency ANSA, in Rome, Italy, November 24 2015. ANSA/ GIUSEPPE LAMI

Intesa Tripoli-Tobruk firma accordo Onu

Le delegazioni di Tobruk e Tripoli hanno raggiunto un’intesa per firmare il 16 dicembre l’accordo per un nuovo governo di unità proposto dall’Onu. Lo hanno annunciato i due capi delegazione nel corso di una conferenza stampa a Tunisi.    ‘Il conto alla rovescia nell’interesse della pace, della sicurezza e della stabilità in Libia è partito’, afferma l’inviato speciale dell’Onu Martin Kobler al termine dei due giorni di colloqui tra le parti a Tunisi. Si è registrato un largo consenso sul fatto che soltanto con la rapida firma dell’intesa proposta dall’Onu e il Paese possa ritrovare la sua unità. Chi in Libia si opporrà ad un accordo sotto l’egida della comunità internazionale, andrà contro gli interessi strategici del popolo libico, non solo quelli internazionali, ha detto il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni. L’obiettivo della riunione di Roma è una soluzione politica e diplomatica, anche se resta la necessità di combattere il terrorismo. Nella conferenza sulla Libia di domenica a Roma dobbiamo dare un messaggio molto semplice e cioè che possiamo favorire condizioni di stabilità con il concerto tra le principali potenze e i Paesi della regione, dopodiché l’intesa deve essere tra i libici e sufficientemente inclusiva per essere mantenuta, perché non possiamo avere terzo governo libico in esilio dopo due che si contrastano nel Paese. L’Isis intantomostra i muscoli nel paese. Ieri sera pick up armati con la bandiera nera dell’Isis sono piombati nel centro della città, piazzando dei checkpoint, riferiscono i media libici. Sembravano tutti di nazionalità tunisina. Poi, dopo una trattativa con il consiglio municipale reclamavano tre miliziani rapiti.  cE’ la prima volta che l’Isis appare nell’area al confine con la Tunisia. Ci sono ogni tanto notizie di rafforzamento in altre zone” della Libia da parte dell’Isis che devono essere verificate. Ma c’è un punto, credo, essenziale per noi, che la diplomazia si riveli più veloce e più forte della crescita di Daesh, ha spiegato Gentiloni. L’Isis si prepara intanto a lanciare un attacco contro i pozzi petroliferi nell’area di Ajdabiya, a est di Sirte, nella Libia centro-orientale. Fonti a Sirte affermano che in città sono arrivati nell’ultima settimana almeno 40 miliziani, a bordo di 12 pickup. Si tratterebbe di jihadisti tunisini, yemeniti, palestinesi e da non meglio precisati Paesi africani. Con loro anche alcuni ‘ufficiali” da Iraq e Siria. I jihadisti stanno rafforzando le posizioni a Ben Jawad.

 

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