Ieri tensione alle stelle ad Amburgo nella giornata di apertura del G20. Gli scontri della notte giovedì e venerdì erano solo un prologo: migliaia di black bloc hanno tenuto in scacco Amburgo per tutta la giornata, trasformandola in un campo di battaglia contro le forze dell’ordine. La polizia riferisce di circa 200 agenti feriti in due giorni. Mentre i dimostranti, attraverso i loro portavoce, parlano di un centinaio di infortunati, alcuni anche gravemente. Si contano 70 attivisti no global fermati. Nonostante la citta’ fosse presidiata da 20 mila uomini e donne delle forze dell’ordine, la polizia locale ha dovuto chiedere rinforzi ai Laender vicini: e centinaia di poliziotti sono arrivati dallo Schleswig-Holstein, dal Baden-Wuerttenberg e da Berlino.
Il primo risultato, plastico e concreto, è l’accordo per un parziale cessate il fuoco in Siria. Ed è anche un segnale chiaro che sta lì a dimostrare che un buon rapporto tra Usa e Russia può convenire a molti e ha ricadute notevoli su diversi, spinosi, dossier internazionali. I due uomini forti alla guida di due Paesi da sempre nemici, Donald Trump e Vladimir Putin, si sono incontrati per oltre due ore a margine del G20. E, fedeli ai loro personaggi, hanno anche mostrato i muscoli in più di un’occasione. Un incontro-scontro, stando alle ricostruzioni, che sembra però aver prodotto risultati concreti. E che, dopo mesi di accuse reciproche a distanza, le ultime proprio alla vigilia di questo G20, avrebbe addirittura rivelato una ‘chimica positiva’ tra The Donald e lo zar russo. Così almeno ha assicurato il segretario di Stato americano Rex Tillerson, presente al faccia a faccia insieme al collega russo Serghei Lavrov.
Lo scontro più duro, quello che Tillerson nel linguaggio diplomatico ha definito ‘vigoroso’, è stato sul Russiagate. Che Trump ha voluto affrontare a brutto muso subito, appena i due leader, dopo la stretta di mano e i toni concilianti davanti ai fotografi si sono chiusi in una sala del centro congressi di Amburgo. Questo almeno è ciò che l’amministrazione americana ha voluto far trapelare.
Anche per cercare di sgombrare il campo da un dossier che in casa sta mettendo in grossa difficoltà il commander in Chief. Dunque niente sconti sulle presunte ingerenze russe nella campagna elettorale che ha portato Trump alla guida del paese più potente del mondo. Le ricostruzioni di Lavrov e Tillerson assicurano che il chiarimento c’è stato. Putin ha negato che vi siano state interferenze, ha assicurato il segretario di Stato. E il ministro degli Esteri russo gli ha fatto eco precisando che il presidente Trump ha detto di aver sentito le dichiarazioni di Putin sul fatto che il Cremlino non si è intromesso nelle elezioni Usa e accetta questa sua posizione.
Ma è sulla Siria che Trump e Putin hanno dato un segnale concreto dei risultati che possono ottenere insieme. E facendosi personalmente garanti dell’ennesimo cessate il fuoco nel sudovest del Paese. Resta certo da vedere se questa volta la tregua reggerà, e potranno finalmente arrivare gli aiuti umanitari dei quali c’è un disperato bisogno.
‘Con Donald Trump abbiamo parlato delle crisi in Siria e Ucraina, della lotta al terrorismo ai cybercrimini, così come della cybersicurezza’, è quanto ha detto il presidente russo Vladimir Putin, al termine del suo colloquio con il collega americano, secondo quanto riferisce l’agenzia stampa Tass.
‘Ho avuto una lunga conversazione con il presidente americano. Molte questioni si sono accumulate comprese Siria e Ucraina così come altre questioni, alcune bilaterali’, ha detto Putin, riferendo al primo ministro giapponese Shinzo Abe del colloquio con Trump. Abbiamo discusso di lotta al terrorismo e cybersicurezza, ha poi aggiunto. Putin si è scusato con Abe per averlo fatto aspettare un’ora. L’incontro con Trump è durato due ore e un quarto, ben più dei tre quarti d’ora previsti, ed è iniziato con una doppia stretta di mano.
La Giordania annuncia l’accordo per il cessate il fuoco nel sudovest della Siria dopo quanto reso noto dal segretario di Stato americano Rex Tillerson a margine del G20 di Amburgo. Giordania, Stati Uniti e Russia hanno concordato di sostenere il cessate il fuoco nel sudovest della Siria e la tregua entrerà in vigore domenica, ha affermato il portavoce del governo di Amman, Mohammed Momani, in dichiarazioni all’agenzia di stampa ufficiale della Giordania ‘Petra’. In base agli accordi raggiunti ad Amman, il cessate il fuoco sarà in vigore lungo una linea di contatto concordata tra le forze del governo siriano e le truppe alleate da una parte e i ribelli dall’altra, aggiunge la Petra citando Moman