Meritati e lunghi applausi per l’attenta regia Marco Sciaccaluga e l’efficace interpretazione degli attori, protagonisti di un’opera di oltre due secoli fa resa giovane nei contenuti, pur nel rispetto assoluto della sua essenza.
Applausi convinti per l’attuale ‘Intrigo e amore’ (1784) di Friedrich Schiller, grande opera classica nella nuova produzione dello Stabile di Genova, – più di due secoli ma stavolta non li dimostra – che premiano la scelta di Marco Sciaccaluga per un’opera non semplice, contraddistinta da grandi contrasti ed abusata dalle forti influenze melodrammatiche che rischiano di marchiarla d’esagerazione e pesantezza. Merito alla sua regia che ha reso fruibile un lavoro non a caso poco rappresentato, che è stato reso attuale e vero, intenso e toccante, dannatamente umano, anche grazie all’ efficace interpretazione di una compagnia affiatata che ha lavorato ‘di gruppo’ cogliendo l’obiettivo principale: quello di un adeguato coinvolgimento di un pubblico che andava innanzitutto convinto della veridicità di una storia che rischiava seriamente di apparire, ancora una volta, ‘troppo’.
Troppo nei sentimenti, nelle emozioni, nelle passioni, nella bontà come nella cattiveria.Un ‘Intrigo e amore’ con conquista e merita consensi, puntando sull’attualità dello scontro generazionale tra padre e figlio reso ancora più intenso, ma mai costruito né stantio, dalla imperante sete di potere di cui perfino i giovani – esempio classico di purezza ed innocenza – diventano vittime, in un contesto crudo dove ogni sentimento è un lusso che va pagato caro. Cinque atti in due tempi, ricchi di momenti di buon teatro e attimi di notevole intensità e cedibile pathos.
L’infelicità dell’amore di Ferdinand (Simone Toni), figlio del Presidente Von Walter (Tommaso Ragno) per la purissima Luise (Alice Arcuri) figlia di Miller (Enrico Campanati), maestro di musica è il frutto amaro del conflitto tra un’onesta borghesia e la corrotta aristocrazia fino ad apparire ed essere satanica nella sua amorale corruzione.
Von Walter contrasta in ogni maniera con spietatezza disumana l’amore del figlio per una misera borghese – che peraltro offende palesemente, senza remora alcuna – esigendo tassativamente che lui impalmi, per garantirsi maggiori poteri, la compromessa Lady Milford (Mariangeles Torres), favorita del potentissimo Principe, che non compare in scena ma la cui presenza è addirittura palpabile tanto è forte la sua influenza sulle sorti dei personaggi.
L’intrigo tessuto con malvagità e scaltrezza dal suo segretario Wurm (Andrea Nicolini) avvolge la sedicenne innamorata, consentendo al Presidente di costruire una colpa inesistente che fa confessare, prima in una lettera e voi a voce in uno straziante colloquio, all’innocente Luise, macchiandola ingiustamente.
La scena non cambia mai – molte sedie, un pianoforte e qualche leggio – ma risultano comunque esaltati gli incontri come scontri dei protagonisti Nota particolare di merito per Alice Arcuri, immacolata ma intensa giovinetta al primo immenso amore, incarnazione di un delicato ideale femminile, e acerba donna dall’enorme cuore colmo d’affetto per il padre e per l’adorato Ferdinand.
Pienamente ed altrettanto protagonista la Torres, efficace interprete di Lady Milford donna complessa e combattuta tra affermazione ed umanità, vistosa quanto affascinante e vanitosa rivale, che rivela virtù inaspettata, figura chiave creata da Schiller. E brava Orietta Notari: Frau Millerin. Altrettanto efficaci le interpretazioni dei vari ruoli maschili con la subdola influenza di Nicolini, Tommaso Ragno nel determinato Walter, la caratterizzazione di Alinghieri, l’adesione al ruolo di Campanati nel ruolo di Miller.
Una grande compagnia di interpreti per ‘Intrigo e Amore’, scritto nel 1783 quando Schiller aveva solo 24 anni, storia tragica di un legame impossibile ma profondo come l’oceano, di una passione tanto indomabile da non temere né castigo né morte, di diabolici intrighi e feroci gelosie – in un conflitto tra il potere tirannico e il diritto alla felicità dell’essere umano e incontro-scontro fra due classi, la nobiltà ricca e la piccola borghesia povera – di indissolubili unioni e spietato duelli, in cui verità e menzogne, come corruzione e libertà si affrontano fino all’ultimo con grave intensità e delusa speranza, da parte dello spettatore, di un fine giusto che non ci sarà. Perché non c’è giustizia in terra. Va ricordato che le influenze melodrammatiche di Intrigo e Amore diedero lo spunto a Giuseppe Verdi, per comporre la Luisa Miller (1848) fortemente ispirata al testo schilleriano.
TEATRO MERCADANTE
fino febbraio 2018
INTRIGO E AMORE
di Friedrich Schiller
regia Marco Sciaccaluga
con Roberto Alinghieri, Alice Arcuri, Enrico Campanati, Andrea Nicolini, Orietta Notari, Stefano Santospago, Simone Toni, Mariangeles Torres, Marco Avogadro, Daniela Duchi, Nicolò Giacalone
scena e costumi Catherine Rankl
musiche Andrea Nicolini
luci Marco D’Andrea
produzione Teatro Stabile di Genova
(2h e 55 minuti con intervallo)
Teresa Lucianelli