Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan al termine di Ecofin ha rilasciato una dichiarazione secca: “La via maestra per la crescita sono più investimenti, soprattutto privati ma anche pubblici nella loro funzione di catalizzatore. Si devono creare condizioni di profittabilità ed un elemento fondamentale sono le riforme strutturali che sbloccano gli investimenti. E’ importante che ci siano nuovi strumenti per finanziare la crescita e si è discusso molto nel concreto su misure per sollecitare investimenti. Nell’Ecofin abbiamo dato mandato alla Commissione europea e alla Bei di predisporre rapidamente dei primi rapporti sulle misure concrete da adottare e non c’è una deadline sulle riforme ma solo urgenza di accelerare le riforme il più possibile”. In realtà esiste un piano segreto dell’Unione Europea per la flessibilità e nella bozza della Commissione è prevista una correzione soft dei bilanci, che per l’Italia prevede un risparmio di 6 miliardi di euro. “Molti Paesi stanno pianificando riforme, è della massima importanza, ma bisogna attuarle perché se hai la prescrizione e le medicine, ma non le prendi, non aiuta”: così il commissario agli affari economici Jyrki Katainen freddamante annota: “L’Italia ha un’agenda di riforme molto ambiziosa. Se tutte le cose che ha in programma di fare verranno implementate posso immaginare che l’economia avrà un forte impulso reale ma in Europa ci servono sia le riforme per rafforzare la competitività, sia il consolidamento per aumentare la credibilità degli Stati e quella degli investimenti non è una questione bianco o nero”. Kataimen è un falco del rigore ed è ancora scontro con il nostro premier che non accetta lezioni dalla Ue. Ignazio Visco, governatore della Banca d’Italia, afferma che anche dopo l’Ecofin l’Italia resta con i suoi problemi. Il controllo europeo sulle riforme in realtà è uno strumento utile perché è un controllo reciproco dei paesi tra pari che si scambiano esperienze, e non è solo un elemento di disciplina ma anche di apprendimento. “Chiedo strumenti per facilitare riforme che sono importanti in tutti i Paesi”, ha sottolineato Padoan a chi gli chiede cosa risponde ai gruppi di potere che in Europa si oppongono alle riforme ed ha chiarito che le risorse per gli investimenti in Europa arriveranno soprattutto dal settore privato, mentre le risorse pubbliche saranno strumentali principalmente per fare da leva. “Stiamo pensando a misure che facilitino gli investimenti con una semplificazione regolamentare, possibili incentivi e miglior uso delle risorse pubbliche. Le risorse sono importanti, ma non sono l’unica cosa di cui ci dobbiamo preoccupare. Vorrei sottolineare che sta ai governi favorire investimenti privati”.
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