Iran, da Trump ok a raid poi lo annulla

Donald Trump  pronto a dare il via libera a raid militari contro l’Iran in rappresaglia per l’abbattimento di un drone americano, ma poi arriva l’ordine di sospendere tutto. Lo rivela il New York Times, secondo cui l’operazione che aveva come obiettivi, tra l’altro, radar e batterie missilistiche, era già nelle sue fase iniziali quando è stata fermata. Il quotidiano, citando un’alta fonte dell’amministrazione, scrive che gli aerei erano già in volo e le navi in zona pronte ad attaccare, quando è arrivato lo stop.

Secondo il giornale, non è chiaro se ci sia stato un ripensamento del presidente americano o se l’amministrazione abbia deciso di sospendere l’operazione a causa della logistica o della strategia, né è chiaro se si procederà comunque con i raid. Gli attacchi sarebbero dovuti scattare poco prima dell’alba di oggi, per minimizzare il rischio di vittime civili.

Sul raid poi fermato la Casa Bianca non ha voluto commentare né lo ha fatto il Pentagono, sottolinea il giornale, secondo cui da parte del governo non è arrivata alcuna richiesta di non scrivere la notizia. Nel corso della giornata, dopo la notizia dell’abbattimento del drone del valore di 130 milioni di dollari, si sono susseguite varie riunioni per decidere se e come rispondere, riunioni durante le quali sono emerse divergenze tra il segretario di Stato Mike Pompeo, il consigliere per la sicurezza nazionale John Bolton ed il direttore della Cia, Gina Haspel, favorevoli ad un attacco. Lo stop all’attacco sarebbe arrivato dal Pentagono nel timore di un’escalation militare nella regione, con un aumento del rischio di rappresaglie per le forze americane.

Nel frattempo però l’amministrazione per l’Aviazione degli Stati Uniti ha vietato alle compagnie aeree americane il sorvolo dello spazio aereo iraniano sopra il Golfo Persico ed il Golfo dell’Oman. Il divieto, si legge in un tweet della Faa, resterà in vigore “fino a nuovo ordine”. Le restrizioni sono giustificate da “un aumento delle attività militari e dalla tensione politica crescente nella regione, che rappresentano un rischio per le operazioni dell’aviazione civile americana”, accompagnato dal rischio di “un errore di identificazione” dei velivoli, sottolinea l’amministrazione.

L’Iran dispone di prove “inconfutabili” sulla violazione del proprio spazio aereo da parte di un drone americano, sostiene in una nota il ministero degli Esteri iraniano, nel quale si afferma che il vice ministro Abbas Araghchi “ha protestato duramente” in un colloquio telefonico con l’ambasciatore svizzero a Teheran (che rappresenta gli interessi americani in Iran) per l’incidente.

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