Le ambizioni nucleari dell’Iran potrebbero portare ad “una nuova guerra fredda”più pericolosa di quella vissuta tra i paesi occidentali e l’ex Unione sovietica. E’ l’allarme lanciato dal ministro degli esteri inglese, William Hague. “Se l’Iran riuscirà ad acquisire una potenziale capacità nucleare militare, penso che anche altre nazioni del Medio Oriente vorranno sviluppare armi atomiche”, ha spiegato il ministro in un’intervista pubblicata dal quotidiano Daily Telegraph. “La minaccia di una nuova guerra fredda in Medio Oriente sarebbe un disastro per il mondo”, ha aggiunto”. E per evitarla, Londra preme per disinnescare la minaccia di Israele ai siti nucleari iraniani. Il problema è proprio questo: convincere Benjamin Netanyahu a non fare alzare in volo i caccia. Tutti guardano alla diplomazia come unica speranza per evitare una nuova guerra, questa volta, non ‘fredda’. Ed Hague ribadisce che “un attacco militare” contro l’Iran comporterebbe ‘rischi’enormi. “E’ chiaro che noi non sosteniamo un’azione militare. Conduciamo una duplice strategia di sanzioni e pressioni da una parte e negoziati dall’altra. Non siamo favorevoli all’idea di un attacco contro l’Iran in questo momento”. La diplomazia si muove e mercoledì, il principale negoziatore dell’Iran per le questioni nucleari, Said Jalili, ha proposto alle potenze del Gruppo 5+1 (Stati Uniti, Cina, Russia, Francia, Gran Bretagna e Germania) di riprendere “il più rapidamente possibile” le discussioni sul programma nucleare iraniano, “nel rispetto del diritto dell’Iran a un impiego pacifico dell’energia nucleare”. Una proposta che è stata salutata con un prudente ottimismo dal capo della diplomazia europea Catherine Ashton e dall’americana Hillary Clinton.
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