Il tribunale di Teheran, ha condannato a morte un ragazzo di 17 anni accusato di omicidio commesso due anni fa. La sentenza è stata già confermata dalla Corte Suprema e Mohammad, così viene chiamato il ragazzo, rischia di essere impiccato nelle prossime settimane al raggiungimento della maggiore età. Lo riferisce oggi il sito d’informazione attivo nell’ambito dei diritti umani ‘Herana’. Le organizzazioni internazionali attive nell’ambito dei diritti umani hanno condannato diverse volte la Repubblica Islamica per aver eseguito le condanne a morte comminate a persone che hanno commesso reati da minorenni, violando così la Convenzione Internazionale sui Diritti dell’Infanzia. Secondo la legge islamica, in vigore in Iran, l’omicidio volontario è punito con la pena capitale. L’unico modo per evitare l’esecuzione è quello di ottenere il perdono da parte dei familiari della vittima, che possono chiedere in cambio il ‘prezzo del sangue’, ovvero una somma di denaro che, seppur simbolicamente, ricompensi la vita perduta della vittima.
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