Un sistema a tre aliquote (rispetto alle attuali cinque): 23% fino a 25mila euro di reddito, 33% da 25mila a 55mila euro, 43% sopra i 55 mila euro: questa l’ipotesi di riforma fiscale alla quale si starebbe lavorando, stando almeno alle indiscrezioni, con l’obiettivo dichiarato di ridisegnare il sistema di prelievo fiscale, superando le tante criticità, da qui ai prossimi anni.
Inserita nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, tra “le altre riforme di accompagnamento” quella fiscale è una riforma strutturale a dir poco fondamentale, che però non può essere finanziata con i fondi del Next Generation EU.
Come scrive oggi il Sole24Ore nell’analisi di Dino Pesole, in accordo alle linee programmatiche esposte da Draghi all’atto della formazione del Governo, “la nuova Irpef dovrà garantire la progressività del prelievo mettendo mano a una delle più evidenti distorsioni dell’attuale struttura del prelievo, che concentra nella fascia di reddito tra i 15mila e i 50mila euro il 50% dei contribuenti. Platea di contribuenti che dichiara il 56% dell’Irpef totale.In particolare, stando alle dichiarazioni dei redditi, il punto di maggiore criticità lo si riscontra nel combinarsi di scaglioni, aliquote e detrazioni. Quando si raggiungono i 28mila euro di reddito, si passa dal 27 al 38%”.
Non c’è la Flat Tax, che tanto piace alla Lega, nella strategia di politica fiscale dell’ex Presidente BCE. Secondo il quotidiano economico, da scartare “anche il “sistema alla tedesca” del quale si più volte parlato (quattro scaglioni e un’aliquota variabile che cresce in funzione del reddito), anche per l’oggettiva difficoltà a ricorrere a una sorta di algoritmo cui dovrebbe essere affidato il compito di calcolare le singole aliquote. Non sembra proprio adatto a un Paese che deve fare i conti con 107 miliardi di imposte evase ogni anno”.
Non è casuale che nel capitolo del Recovery plan dedicato alla riforma fiscale dopo il confronto con la Commissione europea, è stata potenziata la parte che riguarda alla lotta contrasto all’evasione: per l’Agenzia delle Entrate sono previste 2mila assunzioni aggiuntive ma – ancora più strategico -è l’ok a strumenti innovativi di analisi dei dati: intelligenza artificiale, machine learning, text mining.
L’Italia, si legge, “ha intenzione di intensificare l’attività di analisi dei dati a disposizione dell’Agenzia delle entrate che consenta di individuare preventivamente o tempestivamente posizioni da sottoporre ad accertamento fiscale“. Per aggredire gli oltre 100 miliardi l’anno di mancati versamenti si punta dunque non solo sull’incrocio dei dati “storici” per individuare i contribuenti che presentano “sintomi” di scarsa fedeltà tributaria, ma anche su strumenti come l’intelligenza artificiale e l’analisi delle relazioni, in grado addirittura di predire comportamenti futuri in materia di rapporti con il fisco”.