Volano le addizionali regionali e comunali Irpef. Dal 2010 su operai ed impiegati si è abbattuta una vera e propria stangata. E dal 2014 i soldi in busta paga diminuiranno ancora di più con effetti negativi sui consumi. A dirlo è l’Ufficio studi della CGIA che ha analizzato gli effetti di questi aumenti sulle retribuzioni degli operai e degli impiegati residenti nei 40 Comuni capoluogo di Provincia che hanno già deciso per l’anno in corso l’aliquota dell’addizionale Irpef comunale. I risultati elaborati dal centro studi sono ‘drammatici’. Ecco alcuni esempi. Un operaio con un reddito annuo di 20.000 euro (pari a una retribuzione mensile netta di 1.240 euro) ha pagato, nel periodo 2010-2013, 89 euro. In seguito alle decisioni prese quest’anno, nel 2014 dovrà versare ben 401 euro. Un impiegato con un reddito annuo di 32.000 euro (che corrisponde ad una retribuzione mensile netta di quasi 1.840 euro) ha sborsato 117 euro ma il prossimo anno l’irpef peserà per 664 euro. Un quadro con un reddito annuo di 60.000 mila euro (pari ad uno stipendio mensile netto di quasi 3.100 euro) ha versato 284 euro ma nel 2014 dovrà sborsare 1.328 euro. “Quest’anno – ricorda Giuseppe Bortolussi segretario della CGIA – gli enti locali hanno tempo sino al 30 novembre per decidere le aliquote dei tributi e delle tariffe comunali. Sono molteplici le incertezze e le problematiche che i Sindaci devono affrontare, si pensi all’IMU e alle risorse compensative che dovrebbero ricevere dall’erario, al delicato passaggio alla nuova TARES e al fatto che non si è certi su come si ripartiranno i 2,2 miliardi di euro di tagli del fondo di solidarietà comunale decisi dalla ‘Spending review’ e dalla Legge di Stabilità del 2013”. “Di fronte a queste problematiche – prosegue Bortolussi – la tentazione di ritoccare all’insù le aliquote delle addizionali comunali IRPEF è molto forte. Per l’anno in corso sono 40 i Comuni capoluogo di provincia che hanno già deliberato l’aliquota. Undici l’hanno aumentata e gli altri 29 hanno confermato l’aliquota del 2012 che in 13 casi era già stata innalzata al livello massimo dello 0,8%”. L’aumento delle tasse locali sta diventando una tendenza generalizzata nella politica fiscale degli enti locali: per equilibrare i bilanci, regioni e comuni, sono ‘costrette’ ad aumentare il livello delle imposte. “Speriamo che il Governo Letta riprenda in mano il tema del federalismo fiscale, altrimenti tra Irap, la nuova tassa sui rifiuti, l’Imu sui capannoni e le addizionali Irpef i cittadini e le imprese – conclude Bortolussi – si troveranno a pagare sempre di più senza avere un corrispondente aumento della qualità e della quantità dei servizi offerti.”