Ischia e disastro colposo

La Procura di Napoli sta valutando l’ipotesi di aprire un’inchiesta contro ignoti per disastro colposo e omicidio colposo plurimo in seguito ai danni provocati dal terremoto avvenuto lunedì sera sull’isola di Ischia. ‘Sono nel quadro ordinario delle valutazioni possibili in questo momento,’ ha dichiarato Giovanni Melillo, Capo della procura di Napoli, ai microfoni di ‘6 su Radio 1’.

Melillo ha poi specificato che si tratta di un ‘quadro complesso e bisognoso di approfondimenti. Sul possibile legame tra il fenomeno dell’abusivismo edilizio e il crollo di alcuni edifici sull’isola, il capo della Procura di Napoli ha dichiarato: ”Non sfuggono i costi sociali, che anche in queste occasioni si rivelano, di fenomeni gravi come quello dell’edilizia illegale e dell’abusivismo edilizio. All’abusivismo edilizio corrisponde una delle priorità del lavoro della procura della Repubblica di Napoli; un fenomeno che in Campania ha dimensioni straordinariamente gravi e come tale va affrontato’.

Infine, sulla presenza di abusivismo di necessità nella zona di pertinenza della Procura di Napoli, Melillo ha concluso: ‘La dimensione di necessità è nettamente inferiore a quella speculativa e strettamente criminale del fenomeno dell’abusivismo edilizio’.

Ischia è un’isola che continua a funzionare, dove continuano ad esserci turisti, dove si può venire e soggiornare’,  ha detto il ministro della Difesa Roberta Pinotti  in visita a Ischia: ‘C’è stata una tragedia, contenuta ma pur sempre una tragedia, adesso però la situazione è perfettamente sotto controllo. Per Ischia il turismo è come il petrolio, mi diceva un sindaco, quindi è fondamentale non dare l’immagine di un’isola distrutta, perché così non è. Si ricostruirà dove c’è da costruire ma intanto Ischia è capace di accogliere’.

La domanda più diffusa dopo la scossa di terremoto ad Ischia è certamente quella che accusa: come si può morire con un quarto grado che in Giappone non farebbe sussultare nessuno? È notorio che in Italia si dovrebbe aprire un periodo pluriennale di interventi a tappeto per mettere in sicurezza il territorio. Con risorse e tempi certi, piani capillari, il tutto al riparo dalla lotta politica.  Ma non è proprio così: prevenire vuol dire anche non fare funerali, non distruggere attività, non sradicare popolazioni.

Un grande programma di interventi trasformerebbe l’Italia in un grande cantiere in grado non solo di dare parecchio lavoro ma anche di trasmettere una scossa positiva al nostro tessuto economico e civile.

Del resto alle spalle abbiamo vicende collegate a terremoti ed altre catastrofi naturali che hanno messo in mostra l’inettitudine ed i fallimenti di personaggi e di forze politiche da destra a sinistra.

Ed è un peccato perché un grande piano di ricostruzione del Paese potrebbe essere una formidabile occasione di riscatto. Intanto l’unica nota positiva è quella del salvataggio dei tre bambini dalle macerie di Ischia.

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