This Nov. 27, 2004, photo provided by U.S. Army reserve Col. Mary Prophit, shows Prophit, then a Major, at St. Elijah's Monastery in Mosul, Iraq. A library manager in Glenoma, Wash., Prophit remembered a sunrise service in St. Elijahs where, as a Catholic lay minister, she was able to serve communion. I let that moment sink in, the candlelight, the first rays of sunshine. We were worshipping in a place where people had been worshipping God for 1,400 years, she said. It gives me goosebumps right now. (Courtesy of Col. Mary Prophit/U.S. Army via AP)

Isis rade al suolo il più antico monastero cristiano in Iraq

Continuano le barbarie dello Stato islamico nei confronti dei monumenti antichi. Questa volta la mala sorte è toccata al monastero di St. Elijah, a Mosul, costruito 1.400 anni fa, il più antico in Iraq. Non è la prima volta che l’Isis si accanisce contro un monastero cristiano. Già lo scorso 21 agosto i jihadisti avevano raso al suolo quello di Mar Elian del V secolo nella provincia siriana di Homs.

Nelle immagini della rete britannica Sky News, dall’alto si vedono prima i resti del monastero, limitati ai muri perimetrali e ad un cappella, color ocra. Dopo pochi fotogrammi appare tutto raso al suolo, del bianco lucente delle mura abbattute.

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E’ per Isis, che si finanzia anche con il traffico di reperti d’arte, solo l’ultimo oltraggio, in ordine di tempo, alle vestigia storiche. La scorsa estate hanno distrutto in rapida successione i tempi della città siriana di Palmira e ancora prima le mura della città irachene di Ninive.

Circa Alessandro Moschini

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