Strano a dirsi, ma la crisi economica colpisce anche lo Stato islamico. Costretto alla spending review, il califfato ha deciso di dimezzare gli ‘stipendi’ dei miliziani in Siria. Secondo quanto riferisce The Independent, il taglio è certificato da un documento stilato dalla tesoreria del califfato.
Nel testo vengono citate ”circostanze eccezionali”, conseguenza diretta dei raid che hanno colpito le roccaforti del sedicente Stato Islamico nelle ultime settimane, soprattutto a dicembre. “E’ stato deciso di ridurre del 50% i salari che vengono corrisposti ai mujaheddin. L’esenzione da tale provvedimento non è consentita a nessuno, a prescindere dalla posizione”, si legge ancora. Tagli, quindi, ma non sospensione della paga o cassa integrazione per tutti. “Sia chiaro – prosegue il foglietto – che le provvigioni verranno corrisposte due volte al mese, come al solito”.
Gravi problemi finanziari attanagliano il califfato, dunque, che solo alcuni Giorni fa si è visto andare in polvere una delle sue banche. Gli aerei americani, bombardando il centro di Mosul, in Iraq, hanno colpito un edificio dell’Isis, contenente enormi quantità di contante. Il denaro, da quanto si apprende, serviva appunto per pagare i miliziani e finanziare le operazioni. Fonti statunitensi non specificano di quanto ammontasse il tesoretto, né in che valuto fosse, ma sono quasi certi che si trattasse di “milioni”. Chissà se i lavoratori dell’Isis hanno intenzione di manifestare contro il taglio stipendi.
Alessandro Moschini