Islam ed integrazione, tra terrore globale e nemico in casa…

l’Isis è solo uno dei tanti volti che il fondamentalismo islamico ha assunto nella guerra civile dentro il proprio mondo e che cerca di estendere anche in occidente.   Il fondamentalismo giocherà, ed avvedutamente, sulla infondata ipotesi di un Islam moderato per ottenere questo risultato. E’necessaria, quindi, una risposta ferma e globale. Oggi è in scena e sul palco una commedia della tolleranza che poggia le sue basi sulla bugia dell’integrazione e del pluriculturalismo. Il nemico è in casa e non è in una esigua minoranza che vive in Paesi lontani. “Occorre costruire un’alleanza internazionale che sia in grado di riprendersi il controllo dei territori del Califfato, perché l’Isis è solo uno dei tanti volti che il fondamentalismo islamico ha assunto nella guerra civile dentro il proprio mondo e che cercherà di estendere anche in occidente”, scrive oggi nel nostro editoriale Andrea Viscardi. Il nemico è realmente nella nostra casa, è senza barba e vive vestito all’occidentale, ben inserito nel nostro sistema sociale. Noi lo accogliamo e lo trattiamo da amico ma lui, nei sotterranei della sua anima, ci odia e ci disprezza con intensità. In nome dell’umanitarismo e dell’asilo politico lo accogliamo a migliaia nei Centri di accoglienza. Oggi sappiamo che le moschee vengono anche trasformate in caserme, in campi di addestramento, in centri di reclutamento per i terroristi. Di fondo l’islamista obbedisce ciecamente all’Imam e in virtù della libera circolazione scorrazza a suo piacimento per andare in giro senza esibire alcun documento. Può essere un terrorista e può avere addosso tutto l’esplosivo che vuole. Appena installato nelle nostre città si abbandona alle prepotenze ed esige l’alloggio gratuito o semi-gratuito, nonché il voto e la cittadinanza.  Negli asili vuole abolire, anzi abolisce, il Presepe e Babbo Natale, e toglie il crocifisso dalle aule scolastiche. Che nella democrazia vede Satana e la combatte con gli esplosivi e con le teste tagliate. L’Islam è il Corano e il Corano è incompatibile con la Libertà, con la Democrazia, con i Diritti Umani. La strage toccherà anche a noi perché l’Italia è geograficamente più vicina al Medio Oriente e all’Africa, cioè ai Paesi che forniscono l’allucinante materiale umano, semplicemente detta “la truppa”. “Bisogna ripensare alle regole sull’accoglienza e l’asilo dei migranti ed alla loro eventuale integrazione. Si devono creare appositi corridoi per chi scappa dalla guerra in Siria ed in Africa, identificarli con un nome e cognome, senza lasciarli in mano agli scafisti senza scrupoli che gestiscono le rotte verso le coste italiane. E’ ovvio che occorrono risorse da investire in personale ben addestrato e soprattutto in tecnologie avanzate che permettano l’identificazione in tempo reale delle persone, con la costituzione di una banca dati, pronta all’uso e a disposizione anche di altri stati che potrebbero trovarsi nella nostra stessa situazione”, sottolinea il nostro editoriale. Non esiste multiculturalismo. Esistono esclusivamente diversità e differenze comportamentali. L’Europa vive nella paura e il terrorismo islamico vuole cancellare le nostre tradizioni e la nostra civiltà. Il mondo dell’informazione tace ed applica una logica di silenzio per non apparire come razzista e xenofoba. Illudersi che esista un Islam buono e un Islam cattivo vuol dire non capire che esiste un Islam e basta.   Non difendere il proprio territorio, la propria casa, i propri figli, la propria dignità, la propria essenza, è contro ogni forma di logica. Così come lo sono l’odio per l’Occidente e le maledizioni ai cristiani e agli ebrei. Ovvero, ai “cani infedeli”. Per quanto riguarda l’Italia, l’ Islam presente è frutto di flussi migratori odierni e gli attentatori in Francia non sono clandestini dell’ultima ora, ma francesi  a tutti gli effetti. Sono padri di famiglia, ma non per bisogna abbassare la guardia. Esercitare un severo controllo su quelli che sbarcano dalle navi è una prerogativa di uno Stato sovrano. Quello che è necessario è che non dobbiamo contrapporci in modo ottuso ad identità religiose e culturali diverse, ma trasmettere a loro il rispetto per i nostri simboli nazionali, il rifiuto della violenza in nome di una fede religiosa e la parità tra uomo e donna. Il confronto con l’Islam, la gestione dei flussi migratori, la sicurezza contro i mercanti del terrore, saranno i grandi temi del mondo moderno e ci accompagneranno per molti decenni ed  è una guerra che non possiamo assolutamente permetterci di perdere.

Roberto Cristiano

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